Monastero di Villa Cella (strutture per il culto complesso monastico)

Rezzoaglio,

Il cenobio di Villa Cella, già denominato nell’atto di fondazione risalente al 1103"S. Michaelis de Petra Martina" forse per far riferimento ad un primo rudimentale insediamento situato nei pressi della omonima Rocca di Pietramartina, fu legato già dalla metà del XII secolo all’influente "Comitato Fliscano". Intorno al 1250 il monastero entra in crisi per le lotte di potere fra i monaci di Alpepiana fedeli a S. Pietro in Ciel d’Oro a Pavia e il "Clericus Magistro Armano de Sanguineto", altre volte detto "Armano clerico de Melleto Januensis diocesis", il quale aveva intentato una causa per il possesso della plebe di Alpepiana. Il cenobio era posto lungo un importante nodo viario dove confluvano le strade che che dalla Val di Sturla immettevano in Val d’Aveto attraverso il "Passo delle Rocche" o di "Bisinella" e da qui transitavano, prima del prosciugamento del Lago della piana di Cabanne, in direzione Villa Cella - Costafigara - Rezzoaglio

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