Caverna ossifera presso Pegazzano (giacimento in cavità naturale deposito paleontologico)

La Spezia,

La grotta è nota grazie alle memorie scritte dal celebre naturalista Giovanni Capellini il quale descrive, nel 1896, la sua individuazione, in occasione di lavori di estrazione presso la cava del Termo, nel vallone di Biassa. Il sito, pur devastato dall'azione delle mine usate negli sbancamenti di cava, ha restituito quasi esclusivamente resti fossili di Ursus spelaeus, inglobati in un potente deposito di fanghiglia rossastra commista a materiale calcareo di trasporto, giacenti a 38 m sotto l'attuale apertura della caverna. Un cranio incompleto di questo animale è conservato presso il Museo del Castello San Giorgio a La Spezia

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