Castello di Taggia (sito pluristratificato)

Taggia, età romana

Si tratta di un probabile sito d'altura collocato nel punto dove ora sorge il Castello medievale. E' una collina non molto elevata che sorge ad ovest dell'abitato moderno di Taggia, delimitata dal Rio Santa Lucia a sud e dal Rio Barbarasa a nord. Le pendici meridionali e orientali presentano un declivio abbastanza dolce (sono quelle verso le quali si conservano meglio le murature difensive), il versante settentrionale presenta uno strapiombo (forse garantiva una protezione naturale del sito) dal quale sono crollati numerosi resti di murature del castello, mentre sul lato occidentale, dopo un breve avvallamento, inizia nuovamente la salita verso un'ulteriore cima. L'origine dell'abitato che ebbe come primo nucleo il castello è datata all'XI secolo d.C., in seguito all'abbandono dell'abitato romano di "Costa Balenae" che sorgeva sul mare. La zona non può essere sottoposta a ricognizione a causa dell'intensa presenza di proprietà private: lungo le pendici orientali e meridionali della collina sorgono numerose villette con giardino e recentemente tutta la zona è stata sottoposta ad una forte riqualificazione edilizia che ha interessato anche il recupero della viabilità. Inoltre la parte sommitale del rilievo, proprio al centro del corpo principale del Castello, è stata occupata nel secondo dopoguerra da due cisterne dell'acquedotto, funzionali all'abitato sottostante. Per questo motivo non è stato possibile rilevare la persistenza di un deposito archeologico o di strutture da correlare alla frequentazione antica. Inoltre le numerose trasformazioni edilizie attuate a partire dal medioevo fino all'età contemporanea hanno fatto sì che molto materiale di riporto fosse scaricato lungo il pendio della collina, per cui i rinvenimenti potrebbero trovarsi in giacitura secondaria. Nel deposito del Museo Archologico di Sanremo sono conservati materiali provenienti dalla collina del Castello di Taggia, rinvenuti (in base alle indicazioni contenute) il 27/12/1987, mentre ignoti restano gli autori e le circostanze dei rinvenimenti. I materiali, costituiti esclusivamente da frammenti ceramici, abbracciano un orizzonte temporale molto vasto, che va dall'età pre-protostorica (un frammento di ceramica preistorica lisciata e decorata ad unghiate, alcuni frammenti di ceramica d'impasto), all'età romana (un frammento di ceramica a vernice nera d'imitazione, frammenti di anforacei e ceramica comune romana), all'età medievale (invetriata e graffita monocroma). Le ricognizioni condotte nel 2004 nell'ambito del Progetto Ponente, periodo nel quale erano in corso numerosi lavori di ristrutturazione della zona, ha permesso di ricognire un breve tratto dell'altura del castello (appena una zona risparmiata tra il castello e una proprietà privata), nel quale sono stati rinvenuti solo pochi frammenti di ceramica medievale. Il primo inpianto del Castello di Taggia, sulla sommità del Monte Saccarello, risale, secondo le fonti, all'XI secolo ad opera dei Calvesana ma attorno al 1200 fu quasi completamente distrutto dai Genovesi. A questa fase viene attribuita, da alcuni autori, la torre mozzata (chiamata Torre Calvesana) che si trova sulla sommità dell'altura. Successivamente venne riedificato e ampliato con interventi progressivi, fino alle imponenti opere del XVI e del XVII secolo. Il Castello rimase integro almeno fino al XVIII secolo, come si può vedere in un dipinto conservato nel Palazzo Comunale di Taggia e nella Pianta della città del Vinzoni. Il complesso comprendeva otto porte e otto bastioni dei quali rimangono tra i ruderi i bastioni detti Dell'Orso e Del Ciazzo, collegati da alcuni tratti di mura al Convento dei Dominicani, incluso nella cinta a partire dal XVI secolo. La frequentazione più antica (età protostorica e romana) doveva essere limitata esclusivamente alla sommità dell'altura mentre in età medievale l'abitato si estese verso est e sud; i limiti sono ancora identificabili grazie alle persistenze delle mura medievali scandite da torri di avvistamento

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