Santuario tra Monte Castello e Colle S. Pietro Montagnon, CAV, III, F. 64, 204.2 (strutture per il culto santuario)

Montegrotto Terme, post 700 a.C - ante 300 a.C

Ad occidente del Colle di S. Pietro Montagnon sorgeva in epoca romana un laghetto attualmente completamente prosciugato. Il valore cultuale di questo laghetto in epoca romana era già noto nel XVIII secolo a seguito della scoperta di alcune iscrizioni con dediche sacre, mentre il riconoscimento di un santuario preromano risale all'ultimo quarto del secolo successivo. Dopo il rinvenimento fortuito di materiali protostorici nella sua proprietà, il sig. Scapin intraprese degli scavi che lo portarono a recuperare 180 vasi (sia miniaturistici che di dimensione normale) e 16 bronzetti poi consegnati al Museo civico di Padova. Nel 1892 la Città di Padova commissiona a Cordenons delle indagini sistematiche nella proprietà Scapin (ma purtroppo non nelle vicinanze dei ritrovamenti precedenti) che portano all'individuazione di un settore della sponda del lago e del relativo bacino da cui si potè stabilire che anche i materiali recuperati in precedenza dovevano provenire dal fondo dello specchio d'acqua che, venne ipotizzato, doveva avere una dimensione di quasi 2 km quadrati. Al di sotto del deposito lacustre fu individuato un livello con scarsi materiali (tra i quali però un pugnale in selce databile tra la tarda età del Rame e l'inizio dell'età del Bronzo Antico) che appariva chiaramente formatosi in asciutto e che costituiva quindi un terminus post quem per la formazione del bacino (o quanto meno del bacino con l'estensione di quasi 2 km quadrati). L'area fu oggetto di più estesi scavi sistematici nel 1911 quando Alfonsi indagò una proprietà vicina (la proprietà Braggion) dove trovò (come Cordenons prima di lui) un tratto della sponda e del fondo del bacino: diversamente dallo scavo del 1892 però, questo tratto si rivelò ricchissimo di deposizioni e, in soli 12 metri cubi di terreno scavato, furono raccolti 3500 vasi interi e frammenti per almeno altri 7000, oggetti di bronzo, e diverse faune. Come per i materiali della proprietà Scapin, numerosi erano i vasetti miniaturistici; notevole il rinvenimento di diversi manufatti in bronzo tra i quali si segnalano figurine di cavalli con e senza cavaliere e alcune laminette. La presenza di ex voto anatomici in bronzo ed in terracotta va interpretata come il legame del santuario con la sfera delle acque curative. Nell'area dell'Hotel Terme Preistoriche si rinvenne nel 1954, in seguito ad uno scasso per l'impianto di un albero da giardino, un'ulteriore concentrazione di vasi di varie dimensioni, andati purtroppo dispersi ma che devono essere interpretati come deposito cultuale presso il medesimo santuario. La mancanza di strutture templari (i sei pali di quercia rinvenuti all'interno di quello che doveva essere lo specchio d'acqua vengono dubitativamente interpretati come il sostegno di un'edicola posta in acqua, ma non sono state rinvenute strutturazioni certe) suggerisce l'esistenza di un deposito votivo semplice (come quello di Lagole di Calalzo nel Bellunese). Mentre si è già detto delle tracce di frequentazione dell'area databili tra l'età del Rame e l'inizio del Bronzo antico, va ricordato che sono attestate due ulteriori frequentazioni sporadiche dell'area databili al Bronzo medio (XV-XIV sec a.C.) e tra la fine del Bronzo finale e la prima età del Ferro (X-IX sec a.C.). Tutti i materiali del deposito cultuale rimandano ad una cronologia compresa tra il VII ed il III sec a.C. Successivamente (tra il II sec a.C. ed il IV sec d.C.) 21 monete, frammenti di terra sigillata e di vasi in vetro attestano una frequentazione che non è chiaro se poter attribuire a fini cultuali

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