terme

Milano,

Il primo rinvenimento relativo alle terme è il recupero casuale, nel 1827, di un busto di Ercole degli inizi II sec. d.C. nelle fondamenta di Casa Olivares, davanti alla chiesa di San Vito al Pasquirolo. La statua colossale in marmo è stata probabilmente importata a Milano per arricchire la decorazione del complesso delle terme, in particolare del frigidarium. La parte conservata comprende la metà inferiore del tronco e le gambe fino a poco sopra le ginocchia; è quanto resta di una statua raffigurante Ercole a riposo, appoggiato alla clava, dopo la conquista dei pomi delle Esperidi. La foglia che copre il pube è un’aggiunta ottocentesca. Della ricca decorazione architettonica dovevano far parte rocchi di colonne e capitelli in marmo già ricordati alla fine del Cinquecento. Successivamente, negli anni 1841, in occasione di lavori edili sono state rinvenute numerose strutture relative alle terme: pavimenti, pavimento musivo, muri, suspensurae. Di particolare interesse è il pavimento musivo: nell'angolo rinvenuto era raffigurata la Primavera, parte di una composizione più ampia, di cui si ipotizza la presenza delle altre stagioni negli altri angoli. Si tratta di un busto di figura femminile nuda con corta capigliatura e collana con attributi floreali primaverili. Altre porzioni della parte centrale di questo mosaico, organizzato sul motivo decorativo del “meandro a doppia T”, composto da gruppi di quattro svastiche collegate, determinanti spazi bianchi occupati da fasce rettangolari con trecce due capi su fondo nero, sono state trovate negli anni 1898, 1959, 1961, 1973. Il mosaico è datato tra la fine del III e l'inizio del IV sec. d.C. ed era forse collocato in uno spogliatoio. Gli scavi degli anni 1960-1970 hanno portato alla luce diversi pavimenti musivi, in mattonelle, con tracce di lastre marmoree relativi a diversi ambienti dell’impianto termale insieme a numerose murature. Le fondazioni sono in conglomerato di ciottoli con laterizi e materiali di spoglio legati da abbondante malta tenace, gettate su terra, su elementi architettonici di reimpiego e su palificazioni in legno. L’alzato presenta un accurato paramento in mattoni, con nucleo con frammenti di mattoni e ciottoli legati da malta abbondante. Nel 1967 i lavori per la costruzione del cinema Mediolanum hanno permesso l’identificazione del lato NW della palestra, con ambienti absidati. Nelle fondazioni elementi architettonici di reimpiego e i frammenti di due stele con iscrizioni relative ad opere pubbliche: una è datata al 180-192 d.C., l'altra post. 175 d.C. Nel 1969-1970 sono poste in luce le strutture del frigidarium; nel 1973 viene individuato in sede stradale un altro pavimento musivo. Nel 1985-86, in occasione della ristrutturazione di Palazzo Cusini-Figari, ex Palazzo Litta, vennero individuati due ampi frammenti di mosaico (1,30 x 4; 2 x 1,50) relativi all'impianto termale. Il mosaico è bordato da una treccia in bianco su fondo nero. Il motivo decorativo è costituito da una composizione triassiale di fiori di sei petali con coppie di esagoni tangenti a lati concavi che formano squame affusolate e bipartite. Gli esagoni, bianchi e neri alternati, sono inscritti entro triangoli di colore contrastante con effetto scacchiera. L’angolo di un probabile emblema centrale è decorato da una spirale rosa su fondo rosso e bordato da una fascia bianca e una fascia nera dentellata. I colori sono bianco, rosso, grigio, nero, rosa. Doveva trattarsi della pavimentazione di una sala molto ampia, almeno 10 metri di lato. Nella stessa area, un successivo scavo nel cortile del palazzo nel 1987-1988 ha riportato alla luce quattro lacerti di un mosaico pavimentale pertinente ad un altro ambiente del complesso, posto a NE del precedente; non vi sono elementi per stabilire le funzioni del locale che doveva misurare almeno 8 x 11 m. Il mosaico, irregolare per ordito e formato delle tessere, ha motivo decorativo costituito ottagoni adiacenti, delimitati da una doppia cornice di colore nero; nello spazio di risulta vi sono piccoli quadrati neri decorati con nodi di Salomone, ottenuti con tessere grigie, rosse e bianche. Al centro degli ottagoni vi sono fiori ad otto petali, di colore grigio-verde, alternati ad una decorazione costituita da cinque rami in nero, rosso e grigio. Il motivo ad ottagoni è interrotto da un riquadro, che costituiva probabilmente la decorazione principale dell’ambiente e di cui si conserva solo la cornice, definita da una doppia fascia bianca e nera, tra cui corre un elemento nastriforme di colore grigio e rosso. Lo scavo del 1988 in largo Corsia dei Servi, lungo il lato ovest della Chiesa di San Vito al Pasquirolo, ha portato all’individuazione, sopra i resti di una domus del I sec. d.C., delle fondazioni di tre muri e di due pavimenti in cocciopesto pertinenti al frigidarium. Le fondazioni in conglomerato di ciottoli, come già evidenziato in altri casi, poggiavano su pali lignei. La pavimentazione era costituta da tre strati successivi di cocciopesto sull’ultimo dei quali vi erano scaglie di marmo per facilitare l’allettamento di lastre marmoree di cui restano le impronte sul cocciopesto, tipologia costruttiva già individuata negli anni 1960-70

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