apparecchio fotografico a sviluppo rapido, a soffietto, a controllo manuale

ca 1969 - ca 1970

Apparecchio fotografico a sviluppo orizzontale, di forma parallelelepipeda in metallo e materiale plastico grigio.||Alle estremità è fissata una tracolla in materiale sintetico per il trasporto.||Nella parte superiore, al centro, è fissato un mirino costituito da due parti: una per l'inquadratura (mirino) e l'altra per la messa fuoco (telemetro). In questo dispositivo è inserito un esposimetro automatico.||La parete frontale, incernierata nella parte inferiore, è apribile.||Premendo al centro, nella parte superiore, la parete frontale si apre ed è visibile il portaobiettivi con l'obiettivo e il soffietto ripiegato all'interno dell'apparecchio.||Agendo su un dispositivo di sblocco posto sul porta obiettivo è possibile estrarre il soffietto in tessuto e pelle grigia.||Il soffietto è mantenuto in posizione da due coppie di tiranti in metallo.||Agendo su una leva posta vicino ai tiranti si può variare la distanza di ripresa, variando la lunghezza del soffietto ovvero la distanza obiettivo-negativo, per modalità di ripresa predefinite: ritratto, gruppo, paesaggio.||Sul porta obiettivo sono inseriti, oltre che l'obiettivo a due lenti (duplet), quasi tutti i dispositivi d'uso.||Superiormente si trova un selettore a slitta per il tipo di pellicola (75 per il colore, 3000 per il bianco e nero).||Lateralmente, a destra, si trova la leva di carica dell'otturatore, a sinistra, il foro per l'inserzione di un flash esterno.||Ruotando la ghiera posta sull'obiettivo si può regolare con continuità la luminosità (da più chiaro a più scuro).||Sul dorso dell'apparecchio, superiormente è inserito il pulsante di scatto dell'otturatore.||La parete posteriore dell'apparecchio è incernierata sul lato sinistro e apribile.||Sbloccato il fermo metallico posto inferiormente l'apparecchio si apre per il cambio del caricatore contenente le pellicole con l'apposito spargi-reagente.||A sportello aperto sono visibili l'interno del soffietto e l'obiettivo.||All'interno dello sportello frontale è inserita una placca metallica estraibile contenente le istruzioni per l'uso dell'apparecchio con la Busta Speciale Polaroid N° 195X, in sei lingue

  • OGGETTO apparecchio fotografico a sviluppo rapido, a soffietto, a controllo manuale
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    METALLO
    materiale plastico
  • MISURE Altezza: 15 cm
    Lunghezza: 15,5 cm
    Larghezza: 19,5 cm
  • CLASSIFICAZIONE fotografia
    instant camera
    industria, manifattura, artigianato
    Fotografia
  • ATTRIBUZIONI Polaroid Corporation (1937/): costruttore
    Zeiss Ikon (1926/)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
  • INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il supporto iniziale delle pellicole Polaroid a sviluppo istantaneo venne brevettato e registrato nel 1929 (Brevetto 1918848) dalla Polaroid Corporation e sviluppato successivamente nel 1932 da Edwin H. Land.||La prima fotocamera a sviluppo istantaneo risale al 1947, anno in cui Edwin Land presentò la Polaroid Instant Camera all'Optical Society of America.||Fino al 1963 erano possibili solo stampe in b/n, da quella data divennero disponibili anche stampe istantanee (circa 60 secondi) a colori.||Se le prime fotocamere istantanee erano pesanti e ingombranti, solo per immagini in b/n e con problemi di stabilità nel tempo, ben presto divennero più leggere, più semplici da usare e con minori problemi di stabilità e di inquinamento (le prime fotocamere istantanee producevano un negativo da buttare al momento poi si introdusse l'uso di caricatori contenenti più pellicole).||Nel 1972 la Polaroid introdusse sul mercato la prima reflex monoculare a sviluppo rapido con batteria incorporata nel caricatore.||Dal 1985 anche la Kodak cominciò a produrre apparecchi a sviluppo istantaneo e gli affari della Polaroid iniziarono ad andare male. La polaroid fece causa alla Kodak, vincendo. La Kodak dovette ritirare dal mercato i suoi apparecchi a sviluppo rapido.||Dal febbraio 2008 le pellicole Polaroid a sviluppo istantaneo non vengono più prodotte. Oggi le fotocamere a sviluppo istantaneo Polaroid sono state sotituite dalle nuove Zink che contengono una piccolissima stampante a colori che opera su una carta fotografica particolare, fatta di pigmenti critallini che si colorano grazie a un processo termico.||In tutti i modelli Automatic Land Camera, prodotti dal 1963 al 1977 con i modelli da Automatic Land Camera 100 a Automatic Land Camera 450, sono presenti caratteristiche comuni:||soffietto pieghevole, esposizione automatica con fotometro esterno "Electric Eye", pellicole Polaroid packfilm serie 100. Tutti gli apparecchi produocno stampe 7,3 x 9,5 cm.||Per quanto rguarda invece la qualità degli apparecchi, a seconda del modello può essere molto differente: si passa da lenti in plastica a tripletti in vetro, da mirino rigido a mirino accoppiato Zeiss Ikon, ecc.||I modelli più costosi producono immagini di ottima qualità.||Il modello 320 era il modello economico della linea 300 con obiettivo a due lenti.||Questo apparecchio fotografico era stato acquistato per il "Centro di Fisica Sperimentale" del Museo e veniva utilizzato con la lavagna con rotaia a cuscino d'aria.||L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.||I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.||Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.||Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301970105
  • NUMERO D'INVENTARIO 13040
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011
  • ISCRIZIONI sportello, frontale - POLAROID 320 - maiuscolo - a incisione su metallo - ENG
  • STEMMI frontale - commerciale - Marchio - Polaroid Corporation - POLAROID
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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