ritrovamento della vera croce

dipinto, 1600 - 1610

E' raffigurata la leggenda del rinvenimento della vera croce da parte di S. Elena, inginocchiata sulla sinistra. Sulla destra tre uomini tengono la croce sollevata. Intorno sta un gruppo di spettatori davanti al pesaggio scalato in profondità. Sulla destra in secondo piano si vede l'antefatto con il malato che guarisce al contatto con il sacro legno

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 209
    Larghezza: 151
  • AMBITO CULTURALE Ambito Neerlandese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi
  • INDIRIZZO Via Armando Diaz, 84, Como (CO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto giunse al Museo nel 1931 con il legato Olginati, nobile famiglia comasca. Non se ne conosce tuttavia la provenienza originaria; nell'elenco del legato il quadro è riferito genericamente ai Campi. E' l'opera certa di un pittore lombardo, forse provinciale, che trae spunti soprattutto da Camillo Procaccini, ha già visto il Morazzone a Como ed è sensibile alle aperture paesistiche della pittura del Nord Europa.Bibliografia: Legato Olginati 1931, dattiloscritto pressso il Museo Civico di Como.Aggiornamenti:La tela rappresenta in primo piano Sant'Elena inginocchiata davanti alla vera Croce e, in secondo piano a destra, l'antefatto con il morto che resuscita grazie al contatto con il sacro legno. Essa pervenne ai Musei Civici di Como attraverso il legato di Carlotta Olginati con l'attribuzione ai Campi di Cremona (Casati, 2002, 7). Giulio Bora (Bora, 1981) e Marialuisa Rizzini (Rizzini, 1989) concordano nell'associare questo dipinto, per analogie di dimensioni e di caratteristiche stilistiche, ad altri due raffiguranti la Natività del Battista e il "Sinite Parvulos" con la famiglia Olginati (?) pervenuti nella collezione dei Musei Civici di Como attraverso il legato Olginati (1931). Entrambi gli studiosi, inoltre, lo attribuiscono a un ignoto artista di origine fiamminga o olandese - forse Giovanni Fiammingo (Malaguzzi Valeri, 1901, 327-328) - non insensibile alle influenze del giovane Cerano e del Procaccini, ma ancora esente dalle suggestioni morazzoniane e giustificando, in tal modo, la datazione della tela in esame all'inizio del Seicento. Recentemente Alberto Rovi (Rovi, 1999, 132-135) ha proposto l'assegnazione del dipinto ad Isidoro Bianchi e la sua possibile, ma non comprovabile, provenienza da una delle due chiese comasche dedicate alla Santa Croce: la distrutta chiesa dei francescani "alla Boscaglia" e quella di S. Cecilia, detta di S. Croce per la presenza di una reliquia relativa alla stessa. L'attribuzione al pittore campionese viene supportata da confronti con altre opere di Isidoro conservate in territorio luganese, altolariano, e torinese ( ad esempio nel Santuario della Caravina, al Sacro Monte di Varese e nel Castello del Valentino a Torino)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300178090
  • NUMERO D'INVENTARIO 475
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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