resti di insediamento romano e strutture altomedivali (insediamento rurale, insediamento)

Mombello Monferrato, ca I sec. d.C - ca X sec. d.C

Presso l’alveo del torrente Stura, in un’area con tracce di frequentazione fin dalla seconda età del Ferro, vengono messe in luce alcune strutture relative ad un insediamento rustico di età romana, un’unità abitativa di età longobarda e un edificio di culto altomedievale. Le strutture romane sono parte di un edificio con orientamento NS composto da cinque ambienti, per una lunghezza più di m. 12 e una larghezza di almeno m. 5. A nord si è rinvenuto un angolo che si apre in un piccolo vano con soglia ad E. Verso SE si apre una grande area aperta acciottolata, con portico, di cui rimangono tre pilastri quadrangolari, conservati per due filari di elevato, su cui son evidenti tracce di colonne in laterizio. I muri sono realizzati con fondazioni in frammenti laterizi disposti a spina di pesce e l’elevato in frammenti laterizi posti in corsi orizzontali. I livelli d’uso restituiscono ceramica romana di età imperiale di I-II sec. d.C. Nell’ultimo periodo di vita il complesso subisce alcuni rifacimenti soprattutto nella parte orientale. L’edificio viene abbandonato in seguito alle esondazioni del torrente Elvo. Nonostante il crollo, rimangono in vista alcune strutture che vengono riutilizzate in età gota (fine V-metà VI sec. d.C.) per una nuova ampia casa di abitazione, di dimensioni simili alla precedente, suddivisa in più cellule. Rimangono tracce nelle buche di palo collegate da travature lignee. Sul lato W è presente un recinto con focolare centrale, all’interno del quale sono stati rinvenuti frammenti ceramici databili al V-VI sec. Nell’area a S sono documentati i resti di una palizzata. A SW era presente una piccola area cimiteriale. All’esterno si individua uno strato ricco di materiali organici e fauna e reperti ceramici, che indica un’area bonificata con materiali tardoromani e messa a coltura. Segue un breve periodo di abbandono. In età longobarda (seconda metà VI-prima metà VIII sec. d.C.) viene regolarizzata la superficie al centro dell’area e viene costruito un edificio quadrangolare (m. 5 x 4,50 ca) in pietre legate da argilla, con blocchi lapidei agli angoli funzionali all’appoggio di intelaiature lignee. Presso il limite occidentale è situato un focolare delimitato da alcune pietre. In un momento successivo il focolare viene obliterato e il piano regolarizzato con pietre piatte e frammenti laterizi. Viene creata una nuova zona di cottura esterna con blocchi lapidei posati di piatto e sopraelevati su una sorta di marciapiede a ridosso della casa. La consistente presenza di pesi da telaio all’interno dei livelli di abbandono porta ad ipotizzare che l’insediamento fosse legato ad attività di tessitura. Ai margini della strada statale Torino-casale sono presenti i resti di un piccolo edificio di culto quadrangolare, largo m. 10 circa, con facciata ad W, di cui si individuano tre fasi costruttive. Già nella seconda metà dell’VIII sec. la chiesa subisce una trasformazione dello spazio interno, che viene suddiviso in tre navate da due file di pilastri. La relativa area cimiteriale è databile tra la metà del VII e il IX sec. d.C. Le sepolture, tutte orientate EW, presentano diverse tipologie (cassa laterizia, muratura, fossa terragna). Si distingue la sepoltura di una bambina con ricco abbigliamento, di cui restano i fili d’oro del tessuto e le tracce di una piccola borsa di cuoio con alcune monete, oltre ad un coltellino e molti elementi di collana in pasta vitrea e ambra. Nel X sec. la chiesa viene ricostruita, ripartita in tre navate. Dopo la sua definitiva distruzione viene collocato un forno per la calce e poi una fornace per laterizi (XI-XIII sec. d.C.)