RESTI DI UN INSEDIAMENTO ROMANO PLURISTRATIFICATO (tracce di insediamento, luogo di attività produttiva)

Barengo,

Insediamento costituito da strutture in pietre e laterizi, di carattere abitativo-produttivo (fornace) situato su una propaggine collinare addossata ad un'area pianeggiante con risorgive. Il margine della collina presenta un andamento semicircolare di origine artificiale, parzialmente alterato dalle coltivazioni e dai colluvi delle argille collinari. Lungo le pareti del Fosso del Marzuolo, che segue questo fronte, sondaggi e prospezioni eseguiti nel 1980 a cura della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, e gli scavi effettuati nel giugno-luglio 1990, hanno consentito di evidenziare una serie di strutture murarie in ciottoli ed elementi laterizi alternate a piani di calpestio e livelli di crollo che si estendono per oltre 700 m. in direzione N-S. Prospezioni di superficie nelle aree pianeggianti adiacenti hanno permesso di verificare la presenza di materiale edilizio di età romana da ricollegare senza dubbio allo stesso sito, esteso verso E e verso S. Uno dei saggi, che parte dal fosso e si addentra verso la collina, ha messo in luce un ambiente quandrangolare discretamente conservato, impostato su un deposito di crollo che sigilla strati e strutture di una fase precedente, e che prosegue in profondità oltre il fondo del fosso del Morzuolo. I depositi colluviali hanno determinato una discreta conservazione, anche in alzato, di depositi e strutture. I materiali recuperati dal saggio orientano la cronologia verso il III-IV sec. d.C., ma non si escludono presenze di età alto-imperiale nelle fasi più antiche. Una conferma alla complessità delle frequentazioni dell'area in esame viene dal rinvenimento di un nucleo necropolare a W della Cascina Solarolo, databile al IV secolo e soprattutto dai recenti scavi lungo il corso del fosso del Marzuolo, in occasione dell'ampliamento dell'impianto di smaltimento dei rifiuti di Barengo. Un primo sondaggio ha ampliato a W e a S lo scavo del 1990, mettendo in luce una fornace verticale con camera di cottura semicircolare ed ingenti quantità di frammenti di anfore; la struttura subisce un'interruzione repentina probabilmente a causa di uno smottamento del versane della collina. In seguito si impianta un edificio monovano con pavimentazione in sesquipedali. Il materiale recuperato orienta la datazione verso la fine del IV secolo, in fase dunque con la necropoli. Dopo il crollo e l'abbandono dell'edificio, viene eretta un'ulteriore struttura rettangolare con muri perimetrali in ciottoli e frammenti di laterizi legati da argilla. Buche nel terreno alloggiavano i pali destinati a sostenere la copertura. Quest'ultima fase si data al V-VI sec. d.C. Un secondo saggio effettuato a circa 80 m. dal primo, ha messo in luce i resti di un edificio con superfici pavimentali in battuto di sabbia a ghiaia e in argilla. Il materiale ceramico si data al V-VI sec. d.C. La ripulitura delle sponde del fosso del Marzuolo ha evidenziato l'esistenza di strutture murarie articolate in più fasi, che testimoniano l'esistenza di un insediamento piuttosto articolato, a vocazione produttiva, frequentato continuativamente nel corso dell'età tardoantica

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