Ultima Cena. ultima cena

disegno, post 1699 - ante 1699

Nella lunetta sormontata ai lati da due angeli seduti, viene descritto l'episodio dell'Ultima Cena. Sullo sfondo vi sono delle alte colonne e a destra una scala da cui sta scendendo un servitore con un piatto. Attorno ad un tavolo tondo siedono i dodici apostoli con al centro Gesù. Sotto un gatto e cane che sbuca dalla tovaglia

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta colorata/ inchiostro a pennello/ carboncino
  • MISURE Altezza: 319 mm
    Larghezza: 425 mm
  • ATTRIBUZIONI Caula Sigismondo (1637/ 1694)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Tintoretto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Coccapani
  • INDIRIZZO corso Vittorio Emanuele II, 59, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Documentazione archivio ufficio catalogo (scheda non firmata ne data). "Il foglio, che negli inventari della Galleria Estense era tradizionalmente attribuito a Tintoretto, è stato restituito a Sigismondo Caula dalla Lugli (1987; 1989). Il Caula, comprimario dello Stringa nel ruolo di pittore di corte presso la corte estense, è autore di affreschi e decorazioni per chiese e confraternite della città ducale; si educa nel cantiere tenuto da Jean Boulanger nella Delizia di Sassuolo e sceglie poi di completare la sua formazione recandosi a Venezia (intorno al 1667-70), rivolgendo l'attenzione ai pittori contemporanei (ad esempio Zanchi), ma soprattutto a quelli del secolo precedente, in particolare Veronese e Tintoretto; questa predilezione pare rispecchiare una tendenza del gusto collezionistico di corte (grazie ad Alfonso IV e al suo consigliere Marco Boschini) verso la pittura veneta (Lugli 1989). il foglio in esame e la 'Resurrezione del figlio della vedova di Naim (inv. 1014) della stessa Galleria s'inseriscono in una serie di disegni di soggetto evangelico, impostati in maniera analoga, ai quali si sommano altre prove rese note dalla Lugli (A. Lugli, 'Erudizione e pittura alla corte estense: il caso di Sigismondo Caula (1637-1724)', in 'Prospettiva, 21, aprile 1980, pp. 57-74), quali 'La guarigione del cieco nato' (Stuttgart Staatgalerie, Woonig-Fachsenfeld coll.), 'Il Miracolo del fico infruttifero' e la 'Moltiplicazione dei pani' (Coll. privata). E' evidente che i progetti elaborati secondo il linguaggio grafico scorrevole e sommario, sono stati eseguiti per un ciclo decorativo ad affresco (perduto), per il quale la Lugli (1989) ha avanzato due possibili ipotesi, che fossero gli scomparsi affreschi per il Chiostro di S. Francesco a Modena ricostruito a partire dal 1699 o della decorazione della perduta facciata di Sant'Erasmo, terminata nel 1702 e condotta a termine da Giuseppe Dallamano, anche se le forme a lunetta lascia intendere una destinazione per il chiostro francescano". Il disegno è a inchiostro a pennello grigio, rialzi di biacca, carconcino su carta grigia; è formato da due fogli di carta diversi incollati fra loro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800437344
  • NUMERO D'INVENTARIO 1186
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul 'verso' al centro - 'Tintoretto' - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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