Palazzo de Puppi

Cividale del Friuli, 1400 - 1840

L’originaria struttura di Palazzo de Puppi era costituita da un vasto complesso edilizio che si estendeva dall’angolo di Foro Giulio Cesare sino alla piazzetta delle Terme Romane. Attualmente ne derivano tre distinti edifici. La porzione di complesso in oggetto ne costituisce la parte terminale, sviluppata verso Sud, ad angolo tra Foro Giulio Cesare e Largo Beata Boiani. L’assetto attuale dell’edificio è certamente frutto di trasformazioni e accrescimenti intervenuti nel tempo. Il nucleo più antico potrebbe riconoscersi nella porzione di edificio sviluppato in soluzione di continuità con l’adiacente Palazzo Boiani, prospettante sulla corte. Lo attesta la presenza al suo interno di affreschi di epoca verosimilmente cinquecentesca, collocati negli ambienti al primo piano. Il volume dell’edificio, prospiciente Largo Boiani, è con buona probabilità frutto di un riassetto risalente alla seconda metà del XVIII secolo, poi rinnovato, dal punto di vista stilistico e decorativo, in età ottocentesca. Lo caratterizza una pianta irregolare a sviluppo longitudinale, articolata su due livelli fuori terra e sottotetto. La copertura, del tipo a due falde, conserva il sistema costruttivo originario, con coppi e tavelle poste al di sopra di travi in legno. Il fronte principale (a Sud) è articolato in tre registri: ampie aperture rettangolari al pianterreno, disposte simmetricamente rispetto all’androne passante che conduce alla corte interna, al di sopra di esse corrono due registri di finestre, in parte architravate e incorniciate in pietra, corrispondenti al piano nobile e al sottotetto. Sulla corte interna, profondamente trasformata, affaccia il prospetto Nord dell’edifico, anch’esso rimaneggiato. Al salone nobile si accede attraverso un portone blindato in ferro, posto a protezione dall’allora Ufficio del Registro. Al suo interno si conservano affreschi databili tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. Gli affreschi, ritenuti originariamente opera del pittore cividalese Francesco Chiarottini (1748-1796), pittore, scenografo, quadraturista e incisore tra i più significativi del panorama friulano della fine del Settecento, sono già oggetto di dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante ai sensi della legge 1 giugno 1939 n° 1089 con provvedimento del 3 gennaio 1961. Nell’ambiente adiacente, un tempo comunicante con il salone, un esteso apparato decorativo in stucco, riferibile agli inizi dell’Ottocento, cela una decorazione ad affresco risalente, verosimilmente, a epoca tardo cinquecentesca. A seguito del sisma, nel 1976, estese porzioni di stucco crollarono, riportando in luce interessanti brani ad affresco

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