Storia dell'associazione "El felze" - (letteratura orale non formalizzata)

Lavoro/artigianato,

Nel 2002 alcuni artigiani veneziani si sono riunti in un’associazione che si chiama “el felze” partendo dalla necessità di “contarci, di contare e di raccontare”. Questi, infatti, sono i tre obiettivi dell’associazione che “da subito ha voluto riunire gli artigiani che, in vario modo, sono impegnati nella realizzazione della gondola che comprendono: gli squeraroli, che fanno la barca, i #remèri# che fanno forcole e remi, i doratori con i battioro, i #fondidori#, i fabbri, c’è ormai solo un fabbro che fa i remi forgiati come una volta, i tappezzieri e poi gli accessori per i gondolieri: #baretèri#, sarti e #caeghèri#, non perché servano scarpe speciali ma perché alcuni nostri artigiani hanno pensato a delle scarpe speciali che sono state apprezzate dai gondolieri”. Uno dei principi guida dell’Associazione, non essendoci prove d’arte o disciplinari per questi mestieri, è quello che prevede che entra nell’associazione l’artigiano che lavora o ha intenzione di lavorare per i gondolieri, “perché pensiamo che i gondolieri siano la migliore prova d’arte per i nostri mestieri; rispettare le tecniche tradizionali e rispettare i mestieri nel senso che ognuno fa il suo”. In questi ultimi decenni, in seguito ai cambiamenti apportati nella produzione delle gondole da un artigiano attivo a Venezia, si è andato via via affermando il concetto della “barca chiavi in mano”, questo comporta che il gondoliere avrà un’imbarcazione con un intaglio anonimo fatto magari a macchina; addirittura ci si avvale di macchine che consentono di realizzare anche fórcole in serie. Questo artigiano, è stato uno dei fondatori dell’associazione “el felze” da cui, tuttavia, si è allontanato da quando ha iniziato ad apportare questi cambiamenti. Noi dell’associazione, sostiene l’informatore, “non siamo contrari all’uso del compensato, ma al fatto che uno non può fare il mestiere degli altri copiando i suoi pezzi, non sono neanche contrario all’uso di macchine elettriche però bisogna che questi mestieri siano salvaguardati e quindi chi li fa sappia usare prima le mani e poi le macchine”. E’ necessario, prosegue, “trovare dei compromessi, in modo che il saper fare venga rispettato”. Le aziende aderenti all’associazione sono circa trenta e la sede è presso la CNA di Venezia. L’attività di collaborazione con diversi Enti pubblici in passato è stata abbastanza intensa, attualmente la mancanza di fondi sta creando molte difficoltà. Una parte rilevante dell’attività viene svolta attraverso incontri aperti al pubblico, mostre in Italia e all’estero, didattica nelle scuole. Tra le priorità dell’associazione è quella della definizione di disciplinari ai quali gli artigiani dovrebbero fare riferimento, soprattutto per quanto riguarda la gondola da lavoro in uso ai gondolieri. L’informatore sottolinea, infine, che “se fossimo tutti più aperti e consapevoli di essere portatori di una cultura millenaria dovremmo essere orgogliosi di avere la forcola fatta a mano piuttosto che a macchina e dovremmo anche saper dire al turista che è una forcola fatta secondo i criteri della tradizione”. Conclude con le parole del “vecchio” Nedis Tramontin, morto nel 2005, il quale diceva: #Volè esser moderni? Tornè all’antico#.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • SOGGETTO Lavoro/artigianato
    Assoc/di mestiere
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA S119
  • ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0