Copia del ritratto di Giustiniano di Sant'Apollinare Nuovo

negativo, post 1866 - ante 1896
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Copie - Repliche - Riproduzioni
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    collodio
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649271: 238x200 mm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE ex monastero di San Vitale
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il complesso decorativo a mosaico della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, conservatosi sulle pareti della navata centrale e composto da tre registri che si svolgono longitudinalmente percorrendo l’intera estensione delle fiancate, fu restaurato in più occasioni durante il XIX secolo. Pur non trascurando la pulitura ed il consolidamento del 1895 di Carlo Novelli, i principali lavori si possono riepilogare in tre interventi: quelli del biennio 1845-1846 compiuti dallo sfortunato Liborio Salandri, caduto dalle impalcature durante i restauri, quindi le discusse operazioni ed i rifacimenti del romano Felice Kibel, protrattisi dal 1852 sino al 1863, ed infine i lavori diretti dal soprintendente Corrado Ricci, condotti da Giuseppe Zampiga e Alessandro Azzaroni sullo scorcio del secolo e conclusi nel giugno del 1900 (Ricci 1933 pp. 107-111; Novara-Ranaldi 2013, pp. 180-182; Penni Iacco 2004, pp. 123-130). In tale contesto si inseriscono le riprese dovute allo stabilimento fotografico locale Luigi Ricci (padre dello stesso Corrado): all’interno del Fondo Santa Teresa della Soprintendenza di Ravenna si conservano infatti numerosi negativi, tra collodi e gelatine, dell'intero ciclo musivo della basilica. Tra le lastre recuperate si ritrovano diverse immagini del corteo delle sante vergini, della teoria dei santi, della Vergine e di Cristo in trono, del Palatium teodoriciano, del controverso ritratto maschile conosciuto come Teodorico o Giustiniano e dei pannelli relativi al ciclo cristologico con episodi della vita di Gesù (parobole, miracoli, Passione e Resurrezione). Sostanzialmente le lastre al collodio si situano tra i restauri di Kibel e i lavori della soprintendenza ricciana, mentre le gelatine relative al ciclo cristologico, sicuramente più recenti per via della tecnica utilizzata, paiono fare parte di un'unica campagna fotografica forse posteriore all'intervento di Zampiga-Azzaroni. All’interno del fondo fotografico si conservano due riprese del cosiddetto ritratto di Giustiniano (modificato in epoca agnelliana da un’originale teodoriciano, forse una raffigurazione dello stesso re goto, si rimanda a Penni Iacco 2004 per le proposte degli specialisti), che presentano non pochi problemi. Entrami i vetri, collodi delle dimensioni 18x24, sono contrassegnati dall’identificativo Ricci 114, che compare in abbinamento all’effigie musiva solo dal terzo catalogo del 1882, ovvero “114.Ritratto di Giustiniano nella cappella delle Reliquie” (il soggetto è rintracciabile sin dal primo elenco di vendita seppur contrassegnato da un diverso numero: era prassi consolidata sostituire al bisogno le etichette numerate dei vetri). E’ lo stesso Corrado Ricci (Guida di Ravenna, 1923) a confermare l’ubicazione dell’opera presso la Cappella delle Reliquie in seguito al restauro di Felice Kibel del 1863; il riquadro prima disposto in controfacciata presso il portale maggiore, vi ritornò nel 1914, per poi essere collocato nel 1918 presso l’entrata destra (Baldini Lippolis 1999 precisa piuttosto che nel 1916 il pannello fu spostato dietro il cassone dei mantici dell'organo, pp. 465-467). Se il negativo 14020 mostra l’effigie entro la lapide d’incorniciatura apposta dopo l’intervento di Kibel (l’iscrizione latina ricorda la traslazione nella nuova collocazione), sembra piuttosto che 14179 riprenda un mosaico erratico con cornicetta di legno provvisoria. Oltre ai valori tonali in alcune parti piuttosto differenti, le due immagini presentano alcune difformità di tipo dimensionale e formale: moltissimi dettagli sono diseguali. La fibula che blocca sulla spalla il mantello, i pendilia, i tratti del volto sono solo alcuni dei particolari che mostrano minime, ma significative differenze, spiegabili solo con l’eventualità che 14179 non fotografi il ritratto originale, ma una copia, una replica, forse tratta da un maestro della locale accademia (ancora all’epoca di Bovini era tradizione consolidata l’esercizio delle riproduzioni dei mosaici paleocristiani ravennati). E’ pertanto curioso che l’etichetta Ricci 114, corrispondente, come ricordato, all'originale ritratto di Sant’Apollinare Nuovo, sia stata apposta anche al collodio 14179 (la prossimità con l’originale poteva trarre in inganno?). L’impossibilità di individuare con certezza per quale catalogo di vendita sia stata realizzata la lastra 14020, determina una datazione dubitativa da estendersi indicativamente tra l’apertura della ditta (1866) ed il terzo catalogo di vendita, entro il quale compare l’identificativo in abbinamento corretto al soggetto (pubblicazione ampiamente incrementata rispetto alle due edizioni precedenti). Il negativo che riproduce la copia è circoscritto indicativamente all’arco cronologico di attività di Luigi Ricci
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649271
  • NUMERO D'INVENTARIO 14020
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA registro inventariale (1)
    registro inventariale (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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