Sassuolo (Modena) - Palazzo ex-ducale/ Affreschi del Salone delle guardie - prima del/ restauro del 1920 (prof. Casanova)
Riprese degli affreschi del Salone delle Guardie del Palazzo Ducale di Sassuolo, durante il restauro del 1920 (10 lastre)

negativo servizio, 1920 - 1920

Il servizio fotografico è costituito da 10 lastre alla gelatina di formato 21 x 27, 5 orizzontali (N_00096, N_000898, N_000899, N_000904, N_000905) e 5 verticali (da N_000900 a N_000903, N_000906). Il vetro delle lastre N_000900 e N_000904 è irregolare. Il bordo del fototipo N_000896 è irregolare. Il vetro del negativo N_000898 è alterato. Su tutti i fototipi sono visibili le impronte del portalastre. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Divinità - Muse – Artisti - Affresco – Sec. 17
    Italia - Emilia Romagna – Sassuolo – Palazzo Ducale – Salone delle Guardie
    Pittori italiani - Sec. 17. – Mitelli, Agostino
    Pittori italiani - Sec. 17. – Monti, Gian Giacomo
    Pittori italiani - Sec. 17. – Bianchi, Baldassarre
    Pittori italiani - Sec. 17. – Colonna, Angelo Michele
    Apollo al quale le Muse presentano opere letterarie promosse dalla casa d’Este - Affresco – Sec. 17
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Castelli, Giovanni (1864-1921): fotografo principale
    Colonna, Angelo Michele (1604-1687): pittore
    Mitelli, Agostino (1609-1660):
    Bianchi, Baldassarre (1614/20 Ca.-1678):
    Monti, Gian Giacomo (1620-1692):
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il seicentesco palazzo ducale di Sassuolo trae origine da un precedente castello, detto comunemente Rocca, costruito nel 1458 da Borso d'Este, marchese di Ferrara e signore del luogo. Il castello passò poi ai principi Pio, che nel 1609 lo cedettero a Cesare d'Este, che aveva scelto Modena come capitale del ducato di Modena e Reggio dopo la perdita di Ferrara in favore di papa Clemente VIII. Il castello fu poi fatto trasformare in palazzo dal duca Francesco I d'Este, uomo molto colto e ambizioso che, nonostante l'esiguità del suo piccolo ducato, svolse un'attività politica di respiro europeo. Il compito di rinnovamento fu affidato all’architetto romano Bartolomeo Avanzini, che per creare i particolari inganni e i giochi prospettici, si avvalse della complicità dello scenografo reggiano Gaspare Vigarani e dei pittori bolognesi Agostino Mitelli e Angelo Michele Colonna. Oltre a loro, partecipano alla decorazione i quadraturisti bolognesi Baldassarre Bianchi, Gian Giacomo Monti e l’allievo di Giudo Reni, il francese Jean Boulanger cui spetta la massima parte della decorazione del Palazzo Ducale di Sassuolo. Con lo scoppio della prima guerra mondiale tra il 1917-1919, il palazzo fu requisito ed impiegato come caserma di retrovia e scuola bombardieri. Il degrado dell’edificio si era aggravato a causa dell’utilizzo di alcune sale come essiccatori di salumi. Solo nel 1920 le pitture del Salone delle Guardie e della Chiesa di San Francesco, furono ritoccate ad opera di Antonio Casanova, Giuseppe Breviglieri e Antonio Toscani. L’affresco del soffitto “Apollo al quale le Muse presentano opere letterarie promosse dalla casa d’Este” realizzato da Angelo Michele Colonna tra il 1647 e il 1648 è collocato al centro della volta del Salone nel piano nobile. Ai lati dell’ingresso, verso lo scalone, vi sono le allegorie della Pittura e della Scultura; verso il cortile quelle della Geometria e dell’Architettura (da N_000900 a N_000903), che sottolineano le passioni di Francesco I e di quanto ritenesse importanti le arti nel costruire la propria reputazione di Principe. Le finte architetture dipinte sulle pareti, sono alternate a busti di artisti (Panco, Giotto, Marzia e Timarete), a drappi araldici con le aquile estensi, a spettatori, a musicisti e amorini. La sapiente decorazione del Salone delle Guardie, impeccabile nelle quadrature e negli inganni prospettici, fu eseguita tra il 1647-48 da Angelo Michele Colonna e da Agostino Mitelli, coadiuvati da Baldassarre Bianchi e da Gian Giacomo Monti. Il servizio fotografico in esame realizzato dal fotografo bolognese Giovanni Castelli, stretto collaboratore della Soprintendenza, ritrae le decorazioni del Salone delle Guardie durante i lavori di restauro del 1920. Giovanni Castelli (1864-1921) iniziò la propria attività di fotografo a Bologna nel 1891, presso Alessandro Cassarini (1847-1929). Insieme collaborarono al censimento fotografico dei castelli della regione; tale impegno permise un primo contatto con l’Ufficio Tecnico Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell’Emilia (poi Soprintendenza ai Monumenti), diretto dall’ingegner Raffaele Faccioli. In seguito Castelli continuò in proprio la collaborazione con la Soprintendenza, operando al rilevamento fotografico dei beni architettonici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634100
  • NUMERO D'INVENTARIO N_000896/ da N_000898 a N_000906
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul recto della lastra N_000896: in basso a sinistra - Inv. 3692 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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