altare - bottega sarda (seconda metà sec. XVIII)

altare,

L'altare ligneo dorato e policromato è tripartito in senso verticale: alti basamenti squadrati e decorati a intaglio e cromia, reggono un grande ordine di colonne, ciascuna diversa: tortile dorata con viluppo di racemi, lesena scanalata retrostante, colonna a base circolare con putto alato in funzione di cariatide. Al centro si apre una nicchia di accoglienza della Vergine del Rimedio, nicchia circondata da un esuberante decoro vegetale, in parte a tutto tondo. un baldacchino sovrasta il tutto, lasciando ricadere ai lati due cortine ad intaglio. Un'importante trabeazione composita raccorda il complesso apparato, sormontata da un fastigio di linea rigorosa a colonnine tortili e scanalate. Ai lati due semitimpani ingentiliti da volute e decorati da motivi vegetali. Al centro una nicchia ospita una croce. Superiormente uno stemma di forme rococò rappresenta una croce rossa e blu a coda di rondine in campo bianco

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA legno/ doratura/ intaglio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Sarda
  • LOCALIZZAZIONE Cagliari (CA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il grande altare è opera a mio avviso di maestranze locali, che rielaborano modelli e stilemi già a lungo adoperati nell'isola per tutto il XVII e il XVIII secolo. Dapprima gli altari lignei furono opera di artigiani spagnoli, come riporta Wally Paris nei suoi studi sull'argomento, ma in seguito si ebbero efficaci botteghe di ebanisteria che condussero questi lavori, indulgendo talora secondo la tradizione artistica sarda ad un atteggiamento profondamente conservatore riguardo ai repertori iconografici, ben oltre i periodi storici che li avevano generati. Negli altari un refrain iconografico è questo dei cherubini nelle trabeazioni, presente anche nell'oggetto in analisi. Ritengo infatti che, nonostante l'altare sviluppi istanze ancora secentesche sia da attribuire alla II metà del '700. Lo stemma del fastigio rimanda, infatti, all'Ordine dei Trinitari, che ressero la chiesa a partire dal 1770, e l'altare non è citato nell'inventario dei beni della chiesa redatto dai Domenicani che passavano in consegna l'edificio che avevano retto dalla sua consacrazione. Una datazione così alta, trova conferma in analoghe macchine da altare un pò in tutta l'isola, sia nel territorio di Cagliari che nel Nord dell'isola. Nel Campidano i confronti più calzanti si ricavano dagli altri di Senorbì e dell'Oratorio del Crocifisso di Cagliari. Nel Nord sono rappresentativi quello di Castelsardo e quello di Nulvi, che rivelano parecchie analogie
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000050687
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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