Madonna orante tra San Giorgio, Santo e donatore

dipinto, 1025 - 1049

La campata all'estrema destra della Catacomba, ovvero il vano antistante la cappella triabsidata, è decorata con tre registri pittorici sovrapposti, e lo stesso sottarco mostra tracce di colore. Da semplici specchiature color azzurro intervallate da color porpora del registro inferiore si giunge alla Teoria di Santi del registro mediano; purtroppo dell'immagine della lunetta non rimane che una porzione. I registri sono distinti da fasce di colore rosso e azzurro. La superficie pittorica prosegue con una soluzione curva sul pilastro sinistro, ove troviamo la figura del Donatore (oggi acefala) che porge il modellino della chiesa, ovvero prosegue sulla struttura muraria dell'abside destra; il margine destro è interrotto bruscamente da una lacuna

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 103 cm
    Larghezza: 166 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Campano
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa Inferiore, altrimenti detta Catacomba
  • INDIRIZZO S.S. 163, km 4, Maiori (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I personaggi che si stagliano sul fondo blu sono identificabili, a cominciare da quello a sinistra, con l'eremita Giovanni (nipote del fondatore Pietro), che è privo di aureola e reca tra le mani il modellino della chiesa, un santo monaco con la mano destra in atto di benedire, la Madonna orante e un santo guerriero identificato con San Giorgio; non ci sono elementi per affermare che il dipinto continuasse sulla parete destra con una quinta figura. Tali santi presentano una certa differenza rispetto alle figure delle absidiole per la resa del panneggio, molto più sciolto e mosso, e mostrano una caratterizzazione in senso bizantino che richiama la pittura eremitica pugliese, ad esempio la Madonna di Carpignano, oppure la Vergine orante di Santa Barbara a Casaranello ascrivibile agli anni '30 dell'XI secolo. Il santo anonimo invece, per l'atteggiamento, è posto in relazione con i Diaconi del Benedictio Fontis della Biblioteca Casanatense a Roma, della fine del X secolo (Braca 2003, p. 31). Tali elementi inducono a relazionare la decorazione con la seconda fase di sviluppo dell'eremo, nella quale unico protagonista risulta Giovanni, come si apprende dalla vicenda miracolosa narrata dall'Ughelli (col. 194), vicenda che diviene una sorta di spartiacque tra i due momenti della storia di Santa Maria de Olearia. La componente celebrativa, esplicitata dalla presenza di Giovanni, induce ad ipotizzarne la commissione negli anni in cui egli era ancora in vita, pertanto la datazione del dipinto potrebbe essere collocata entro il secondo quarto dell'XI secolo. Poco convincente è la notizia riferita da Matteo Camera, e così riprese dalla letteratura successiva, che l'autore dei dipinti fosse un certo Leone di Amalfi, affermazione alla quale lo storico giungeva, probabilmente, per una svista col nome dell'arcivescovo di Amalfi (987-1029) sotto la cui amministrazione l'eremo di Maiori ha preso vita (Camera 1876, I). Nel XIX secolo il dipinto è stato anche copiato da alcuni pittori, è il caso di F. Autoriello, che ne fa una copia oggi collocata egli uffici della Direzione dei Musei Provinciali del Salernitano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500863393-6
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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