monumento ai caduti. figura di soldato morto

monumento ai caduti ad ara 1961 - 1961

Il monumento presenta una sorta di ara funebre marmorea, sulla quale giace il corpo rigido e composto di un soldato. La figura, in bronzo, è stesa su un giaciglio e congiunge le mani su una spada corta. Il soldato, inoltre, ha gli occhi chiusi e il viso leggermente rivolto verso destra. Il basamento, sulla cui fronte scorrono la scritta dedicatoria e la data di posa, è posto sul fondo di una pedana, scandita, frontalmente, da due gradini. L'insieme è inserito in una suggestiva nicchia, composta da piante rampicanti

  • OGGETTO monumento ai caduti ad ara
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    TRAVERTINO
  • MISURE Profondità: 70 cm
    Altezza: 220 cm
    Larghezza: 140 cm
    : 38 cm
    : 218 cm
    : 272 cm
  • ATTRIBUZIONI D'antino Nicola (1880/ 1966)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE cimitero comunale
  • INDIRIZZO Strada Provinciale 66, s.n.c, Caramanico Terme (PE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento è stato inaugurato, alla presenza del ministro degli Interni Giuseppe Spataro, nel 1961. L’opera era stata commissionata allo scultore Nicola D’Antino, nato a Caramanico Terme nell’ottobre del 1880, e collocata nel pieno centro del paese. Probabilmente, l’immagine di un “soldatino semplice, composto nel decoro ordinato della morte, privo degli orpelli di tripoli e allori”, disattese le aspettative dei committenti che, in seguito, spostarono l’opera all’ingresso del cimitero comunale. È interessante sottolineare il confronto tra questo monumento e quello realizzato per il comune di Pianella, nel 1922, caratterizzato da una leggera ed eterea Vittoria alata. Tra le due commissioni, si inserisce il dramma del secondo conflitto mondiale, con le immani sofferenze imposte al territorio. Tali eventi, evidentemente, hanno influenzato e modificato lo spirito dell’artista. Il soldato, infatti, non ha nulla di etereo ma anzi si impone per la rigidità delle proprie forme, per il senso di pesantezza che lo caratterizza. Colpiscono, poi, le ciglia degli occhi: grandi, lunghe, come quelle delle bambole, ma anche simili a cicatrici, a punti di sutura, quasi ad indicare l’irreversibilità del sonno eterno. Per le fonti e per la citazione si veda: Chiara Marini, “Mostra conoscitiva. Nicola D’Antino”, Tipografia La Stampa, Pescara, 2013; Gabriella Albertini, “Nicola D’Antino”, in Di Carlo E. (a cura di), Gente D’Abruzzo. Dizionario Biografico, Andromeda Editrice, 2006, vol. III C-D
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300283084
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI ara / fronte / cornice / lato superiore - AI CADUTI - a caratteri applicati in bronzo - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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