Portareliquie contenente frammenti ossei del corpo di Galileo Galilei
reliquiario a campana
post 1800 - ante 1899
Teca ogivale a campana in vetro con base in legno color noce intagliata e dorata, contenente parti della mano di Galileo Galilei: frammenti di pelle, residui delle corde tendinee e dei legamenti periarticolari
- OGGETTO reliquiario a campana
-
MATERIA E TECNICA
legno/ scultura
VETRO
-
MISURE
Altezza: 74 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
- LOCALIZZAZIONE Bagno a Ripoli (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Oggetto apparso sul mercato antiquariale nell'ottobre 2009 con l'indicazione generica di Portareliquie, presenta elementi di grande interesse, sotto il profilo documentario, strettamente legati alla figura di Galileo Galilei. L'assenza di simboli religiosi e la presenza di un busto ritratto identificabile con certezza nel Galilei, collegano questo manufatto alle singolari circostanze che seguirono la morte del grande matematico e aggiungono nuovi dati alla ricostruzione della sua straordinaria fortuna post-mortem. Il corpo del Galilei, inizialmente inumato in una modesta tomba presso la cappella del Noviziato della Basilica di Santa Croce a Firenze, fu riesumato e traslato il 12 marzo 1737 in una tomba monumentale nella navata sinistra della stessa chiesa. Proprio in questa circostanza furono asportati dal corpo del Galilei alcuni frammenti ossei: evento inconsueto che non ha precedenti in un contesto che non sia religioso e che si giustifica soltanto con la forte carica simbolica con cui si connotava ogni oggetto legato alla vita dello scienziato. Antonio Favaro, studioso galileiano del Primo Novecento ci ha lasciato un accurato resoconto dell'accaduto, menzionando il canonico Gio. Vincenzo de' Marchesi Capponi che asportò il pollice e l'indice della mano destra di Galileo. Le reliquie conservate in una teca di cristallo nella residenza Capponi, passarono all'inizio del Novecento in possesso della signora Laura Toni, governante di casa Capponi che successivamente, trovandosi in ristrette condizioni economiche, vendette la reliquia allo Stato. In questa occasione il Favaro fu coinvolto, insieme ad altri studiosi, di valutare l'effettiva autenticità del reperto lasciandoci una relazione descrittiva del reperto che coincide con la reliquia in oggetto. Nonostante la commissione scientifica avesse stabilito l'autenticità del reperto, lo Stato respinse la proposta di acquisto e nel 1906 furono gli eredi Capponi ad acquistarla impedendone la sua dispersione all'estero. Il rinvenimento del reperto e le sue vicende storiche rappresentano un episodio di straordinaria rilevanza per la storia del pensiero scientifico italiano
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901336895
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0