Crocifissione con i dolenti

rilievo, ca 1330 - ca 1340

Rilievo in pietra raffigurante la 'Crocifissione coi dolenti'

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA pietra arenaria/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Santa Anastasia (notizie Prima Metà Sec. Xiv)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE "Il piccolo tabernacolo lapideo con Crocifissione del catalogo Sotheby's, corrispondente al lotto n. 31 dell'asta di Palazzo Magnani di Firenze, già appartenuto alla collezione di Salvatore e Francesco Romano, è una preziosa e inedita scultura, databile al terzo decennio del Trecento, dell'anonimo artista chiamato Maestro di Santa Anastasia, identificato da Gian Lorenzo Mellini con lo scultore Rigino d'Enrico, ma su fragili supporti documentari. Gli studi recenti sul Maestro di Santa Anastasia e sulla sua importanza per la scultura dei primi decenni del XIV secolo nell'Italia padana hanno evidenziato la specializzazione del Maestro nella produzione di tabernacoli votivi, destinati ad altari minori delle chiese o all'altare di cappelle domestiche, specie per celebrare la passione di Cristo, con l'iconografia del Cristo crocifisso e del Cristo 'passo'. L'esempio proveniente dalla collezione Romano si distingue da quelli conosciuti per la particolarità dell'impostazione del Cristo, che media le soluzioni abituali del piccolo formato con le riflessioni scaturite dalla grande statuaria del Maestro, dove si esalta la propensione a manifestare la sofferenza umana del figlio di Dio, non senza riflessioni sul sentimento del dolore nella pittura di Giotto a Padova. In particolare, il piccolo Cristo con la bocca aperta ricorda lo splendido gruppo dela Crocifissione esposto al Museo di Castelvecchio a Verona, proveniente dalla chiesa del lebbrosario veronese di San Giacomo alla Tomba, citando l'espressività sofferente dell' 'uomo' crocifisso, che lancia un urlo sordo e drammatico. La novità della piccola scultura è nella testa del Salvatore piegata quasi novanta gradi, che presenta una variante compositiva di grande effetto, capace, per paradosso, di attribuire alla propensione espressionista dello stile un vago accento di tenerezza. Nel formato ridotto, il Maestro mette in atto la strategia di lontana origine romanica di accentuare la proporzione delle teste: l'espediente comunicativo si coglie nei volti crucciati e sgraziati della Madonna e di San Giovanni. Nello specifico del tabernacolo, questi accenti arcaici convivono con la trovata di scolpire San Giovanni nella posa di chi guarda in esterno, di chi si rivolge direttamente agli astanti per farsi mediatore, per consegnare l'altare al dialogo con il fedele. Il tabernacolo, insomma, è decisamente straordinario per il catalogo dello scultore e viene reso noto in un momento di importante rivalutazione critica del Maestro e del suo ruolo emblematico per Verona al tempo di Cangrande della Scala." Dott. Ettore Napione, Funzionario conservatore, Direzione Musei d'Arte Monumenti Comune di Verona
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900745786
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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