San Francesco d'Assisi riceve le stimmate
dipinto
1576 - 1576
Naldini Giovanni Battista (1537 Ca./ 1591)
1537 ca./ 1591
n.p
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Naldini Giovanni Battista (1537 Ca./ 1591)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Come risulta dall'iscrizione presente sulla tavola, la tavola fu eseguita nel 1576 da Giovanni Battista Naldini, il pittore allievo del Pontormo e stretto collaboratore del Vasari che fu uno dei più caratteristici rappresentanti del manierismo michelangiolesco. Già citata ed apprezzata dal Borghini (III, p. 149), l'opera è poi ricordata dal Richa (I, p. 106) che, descrivendola nella cappella Barberini di S. Croce, riprendeva nel suo giudizio le considerazioni già espresse dal Borghini stesso:"San Francesco che riceve le stimmate con grandissimo affetto di devozione: questa è opera del Naldini celebratissima non ispirandosi di poter vedere né più convenevole attitudine, né una testa con più affetto: nondimeno vi è in essa tavola […] qualche cosa che non finisce di piacere […] e quanto dirò non sarà opinion mia, ma sentimento di Raffaello Borghini nel suo Riposo […] San Francesco in questa Cappella se ne va colle lodi di tutti fino al Cielo, ma si dice altrimenti del Fraticello, che è appresso al Santo, non avendo molto del buono, posa male ed è cattiva la sua attitudine". Menzionata ancora in loco dai compilatori di guide ottocentesche (fra gli altri Fantozzi, p.202 e Moisé, p. 143), l'opera si trovava invece ormai da tempo nel Museo dell'Opera di Santa Croce quando, in occasione della tragica alluvione del 1966, subì gravi danni a cui si è cercato di apportare definitivo rimedio con il restauro intrapreso dall'Opificio delle Pietre Dure a partire dal 2005. Dal punto di vista stilistico, la Barocchi (1965, p. 260) faceva notare come l'opera ormai rinunciasse a certe influenze non fiorentine che avevano conferito invece libertà e freschezza ad opere precedenti del pittore, insistendo al contrario su un "immobile pietismo" e su "preoccupazioni dimostrative" prive delle "dolcezze crepuscolari che ancora illuminano i dipinti di Lucca e Cortona". Da notare, infine, la particolare citazione che Marcantonio Vasari, nipote del più illustre Giorgio, fa di quest'opera, ricordandola fra quelle lasciate "imperfette" alla morte del Vasari e per questo "finita" dal Naldini (conferendo, con ogni evidenza, a quel "finire" un'accezione particolarmente lata; cfr. Frey, II, p. 886)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900655627
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
- ISCRIZIONI sulla tavola - BAT. NAL. NI F - lettere capitali - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0