GLORIA DI SANT'IGNAZIO DI LOYOLA

dipinto,

Dipinto raffigurante la gloria di Sant'Ignazio di Loyola

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Marracci Giovanni (1637/ 1704)
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sulla base della testimonianza di Tommaso Francesco Bernardi, riportata dal Cianelli nella biografia del Marracci, l'affresco nella cupola della Cappella di Sant'Ignazio nella chiesa dei Santi Giovanni e Reparata viene unanimemente considerato l'ultima impresa del pittore (Lucca, Biblioteca Statale, Ms 1918, c. 112 r.), cui si collega la tela raffigurante San Francesco di Sales, qui collocata sull'altare destro. La cappella, dedicata al fondatore della Compagnia di Gesù, fu edificata sullo scorcio del Seicento su progetto, in parte modificato, dell'architetto lucchese Domenico Martinelli. Dal resoconto della Visita pastorale condotta nel 1692, ricaviamo che il cardinale Francesco Buonvisi "visitò la Cappella di S. Ignazio fatta nuovam.te e non per anche perfettionata, essendo il muro tuttavia grezzo ma di lavoro assai nobile" (Lucca, Archivio Arcivescovile, Visite pastorali 55, c. 8 r.). La cupola accoglie la Gloria di Sant'Ignazio, che appare circondato da una schiera di angeli musicanti e dalle personificazioni delle tre Virtù teologali, la Fede, la Speranza e la Carità. La partecipazione di Ippolito Marracci alla decorazione della cappella, asserita dal Bernardi (BSL, Ms. 1918, c. 112 r.), dovette essere assai limitata, visto che la rapida stesura del colore, l'ondulazione insistita dei contorni nonché il ritmo flessuoso delle linee corrispondono al linguaggio immediato e pacatamente espressivo che caratterizza l'intera produzione del Marracci. Dal Berrettini deriva il tipo della figura di Sant'Ignazio, correlabile, più per l'atteggiamento che non per l'impasto pittorico assai più ricco nel Cortona al San Filippo Neri effigiato nell'omonima stanza in Santa Maria in Vallicella a Roma, che il Marracci sicuramente ebbe modo di osservare nel periodo in cui il maestro era impegnato nella decorazione della tribuna della chiesa. Per l'assetto compositivo dell'insieme, compresa la carola di putti intorno alla lanterna della cupola, che in origine sostenevano una ghirlanda di foglie, l'affresco richiama il Trionfo della Trinità illustrato dal Berrettini nella cupola della Chiesa Nuova a Roma. Anche nell'opera lucchese infatti si distinguono due fasce concentriche ben definite, l'una costituita dalle figure in primo piano assise sopra nuvole corpose e l'altra dai putti disposti intorno al lucernario. La zona intermedia è invece dominata da una diffusa luce dorata che lascia intravedere angeli e cherubini, più sfumati ed evanescenti a suggerirne la maggiore profondità nello spazio celeste. Nella Gloria di Sant'Ignazio il tentativo di suggerire il progressivo slontanare delle schiere angeliche non è del tutto risolto e la forte plasticità conferita alle nubi finisce per appesantire l'intera composizione. Secondo la testimonianza del Bernardi, riportata dal Cianelli, sembra infatti che una volta scoperta la pittura il Marracci si rese conto che "le figure a proporzione dell'altezza gli erano riuscite un poco piccole, sicché aggiaditosi per questa cosa, oltre a qualche abituale indisposizione che potesse avere si messe in letto, et in pochi giorni, dopo avere ricevuti i SS Sagramenti della Chiesa passò nel 1703 a meglior vita dell'età sua il sessantesimo sesto" (BSL, Ms 1918, c. 112 r.). Tra i disegni del Marracci conservati agli Uffizi, la Betti ha riconosciuto uno studio per le figure del Cristo, degli angeli che lo circondano e della personificazione della Carità nel foglio 9976 S, schizzato a inchiostro nero su carta bianca (Betti 2000, p. 141, fig. a p. 140)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900526932
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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