reliquiario a teca - a cassetta - manifattura veneziana (prima metà sec. XV)

reliquiario a teca a cassetta 1400 - 1449

Il reliquiario si presenta in forma di parallelepipedo con base e coperchio trapezoidale. Sulla parte inferiore della base si trova una decorazione in smalto di piccole rosette bianche e su quella superiore una teoria di animali fantastici (liocorni, grifi) e non (aquile) in smalto bianco su sfondo blu. La cassetta vera e propria presenta, sui lati maggiori, dei fori circolari, su quelli minori rettangolari. La decorazione, che ripete i motivi della base è in parte caduta. Analoga struttura, con medaglioni circolari in vetro e decorazione con animali, sono presenti nel coperchio del cofanetto

  • OGGETTO reliquiario a teca a cassetta
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ smaltatura
  • MISURE Altezza: 21.5 cm
    Lunghezza: 12 cm
    Larghezza: 20 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Veneziana
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per il cofanetto, come per tutti gli altri oggetti profani afferiti al tesoro di Santa Maria del Fiore e del Battistero, è difficile stabilire la storia della loro provenienza. Non sappiamo infatti con certezza se l'opera fosse utilizzata in origine per contenere reliquie. essa comunque non compare né nella lista dei reliquiari del duomo, né in quelle del Battistero. L'esecuzione del reliquiario, come vedremo più avanti, da collocare in ambito non fiorentino, ci fa ritenere che sia giunta a Firenze ad una certa data, che purtroppo per adesso non possiamo documentare. Il primo studioso ad occuparsi del cofanetto è stato lo Steingraber (1962; pp. 160-1611) nel suo saggio sull'oreficeria veneziana. Egli mette in relazione stretta un gruppo di oggetti smaltati con gli stessi elementi decorativi, tra cui la cassetta reliquiario del duomo di Regensburg, quella del Museo dell'Opera del duomo, un ostensorio del Museo dell'Ermitage a Leningrado e una piccola croce reliquiario del Louvre. Per lo studioso questa tecnica decorativa era sicuramente nata nei Paesi Bassi, ma si era diffusa in Germania e anche a Venezia dove fu usata per tutto il XV secolo. Ad ambito veneziano del secondo quarto del Quattrocento viene quindi attribuita l'opera in esame, anche se in forma dubitativa. L'ipotesi sembra non essere presa in considerazione dal Rossi (1964; p. 72) che riporta la descrizione di "un cofanetto ornato di smalti dipinti di Limoges (sec. XVI) e con finestrelle di cristallo di rocca". dopo l'alluvione del 1966 l'oggetto, gravemente danneggiato fu sottoposto ad una accurata opera di restauro e fu esposto alla mostra del 1967-68, tenutasi al Bargello. Durante l'intervento risultò che il cofanetto era stato restaurato in passato utilizzando delle resine per attaccare punti mancanti e frammenti di smalto. Poiché la prolungata immersione nell'acqua aveva ammorbidito la resina che era colata lungo il reliquiario, si procedete alla pulitura del cofanetto e alla ricollocazione delle scaglie di smalto. La Brunetti (1969-70) riporta gli interventi critici precedenti e si dichiara favorevole ad un'attribuzione ad ambito veneziano intorno al 1425
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900227636
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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