Cristo tra i fanciulli

dipinto, ca 1550 - ca 1550

Seduto al centro, Cristo tiene sulle ginocchia un bambino nudo, un altro bambino alla sua sinistra, gli porge un pomo. alla destra di Cristo, una vecchia di profilo tiene in braccio un terzo bambino. Dietro di lei, un vecchio, una donna e un uomo giovane. Cornice dorata a gola piatta con decorazioni a motivi di losanga e rosette quadrilobate agli angoli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Sellaer Vincenzo (1550 Ca/ 1584)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
  • INDIRIZZO via Lambertesca, 2, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I vecchi numeri inventariali a tergo fanno pensare a una provenienza granducale. Ipotesi confermata da Maria Sframeli (2019) con la pubblicazione dell'elenco delle opere dell'inventario della Guardaroba Generale del 1742, e al numero 14 corrisponde un dipinto con lo stesso soggetto del nostro. L'iniziale attribuzione a scuola ferrarese, poi corretta nell'inventario 1890 con un riferimento a ignoto artista fiammingo. Tale riferimento, deducibile peraltro dal tipo di supporto in legno di rovere anziché pioppo, e dall'assemblaggio orizzontale delle tavole, si precisò allorché il dipinto, trasferito dal 1932 al Conservatorio di Santa Elisabetta a Barga in occasione della visita di un membro della famiglia reale, nel 1980 tornò alle Gallerie Fiorentine, dove Kultzen (com. orale) lo riconobbe come opera di Vincent Sellaer, pittore documentato a Malines nel 1544, e di cui si conosce un altro dipinto firmato e datato 1538, con lo stesso soggetto nell'Alte Pinakothek di Monaco. Questo tema, di cui non sono noti precedenti nell'ambito della pittura olandese, venne riproposto dall'artista in diverse repliche di cui una è conservata nel museo di Anversa e attribuita a Jacon de Back da Faggin (1968); lo stesso studioso ricorda una versione pressoché identica passata sul mercato antiquario e forse identificabile con il dipinto datato 1544 e presentato alla mostra Biennale dell'Antiquariato a Firenze del 1969. L'attribuzione a Sellaer del dipinto fiorentino, veniva confermata anche da Sylvie Béguin (com. orale 1981), la quale riferiva dell'acquisizione da parte del Louvre di un'altra replica del quadro, passato alla vendita Christie's di Londra sotto il nome di W. Key e distinguibile per l'aggiunta di una striscia in alto e per il fatto di presentare i bambini pudicamente vestiti. Nel catalogo dell'Alte Pinakotheck di Monaco del 1963 si menzionano altre due copie della Collezione Dufourny, Parigi 1918, n. 52. Il dipinto delle Gallerie fiorentine che differisce dalla versione a Monaco per l'assenza dell'ambientazione architettonica, tradisce l'inequivocabile dipendenza da modelli del classicismo italiano del primo trentennio del '500, combinando echi di cultura tosco-romana con inflessioni della pittura del Nord Italia derivategli in particolare dalla scuola bresciana e dalla generazione più giovane dei leonardeschi. Sui rapporti tra l'artista e la scuola bresciana vedi Hoogewerf 1940-1941
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900021569
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, n. 5782
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • ISCRIZIONI sul retro - 14, 4385, 6389, 4070, 2357 - non determinabile -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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