S. Vicinio eletto vescovo dagli angeli e guarigione di un'ossessa. San Vicinio
disegno
(?) 1600 - (?) 1649
La scena sacra inserita in uno sfondo architettonico con colonne, mostra sulla sinistra un uomo con barba (S. Vicinio?) vestito umilmente sugli scalini di una chiesa; davanti a lui, in ginocchio un uomo di chiesa (monaco) in atto implorante. Tutto attorno una serie di personaggi che assistono alla scena. Nell'angolo a destra, un soldato in piedi è rivolto verso due donne sedute in terra. La donna con il turbante tiene stretta l'altra che si dimena e urla (ossessa). In alto vi sono due angeli, uno che tiene in alto una mitria con l'infula e l'altro dei ramoscelli fioriti, dietro altri due angeli con spada, rivolti verso destra, sembrano scacciare qualcosa
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ matita
- AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese
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ALTRE ATTRIBUZIONI
AMBITO GENOVESE
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Coccapani
- INDIRIZZO corso Vittorio Emanuele II, 59, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno è ottenuto con sottili tratti incrociati di matita rossa; ha una dopppia cornice a matita rossa. Sul controfondo in basso a destra etichetta rettangolare '929'. Il disegno è da mettere in relazione con il 1054; il n. 1054 è un calco (segno sbiadito). Nell' Inventario dei disegni dell'Accademia di Belle Arti viene così descritto: "118-Un Fato Sacro con angioli in aria a lapis rosso Incerto", (pubblicato in, J. Bentini, 1989, p. 48). La complessa scena potrebbe riguardare alcuni fatti della vita di S. Vicinio. Sul finire del III secolo ed agli inizi del IV al sopraggiungere della persecuzione di Diocleziano, Vicinio partì dalla Liguria e giunse a Sarsina, dove viveva come eremita su un monte. Secondo la leggenda mentre il popolo stava eleggendo il vescovo, due angeli bianchi che recavano in mano l'infula episcopale (l'infula è formata da due strisce di tessuto che, partendo dall'orlo della mitra vescovile, scendono sul collo e sulle spalle), elessero direttamente Vicinio vescovo di Sarsina. Sempre il Santo è ricordato per la sua capacità di scacciare i demoni tramite una catena che poneva loro al collo. Il disegno ci mostra in alto delgli angeli, uno dei quali tiene fra le mani la mitria con l'infula, mentre in basso a sinistra vi è una folla di persone poste attorno ad un uomo con la barba vestito modestamente. Nell'angolo destro un soldato in piedi è girato verso una donna che tiene stretta per la vita una figura che sta urlando e cercando di divincolarsi (ossessa). Non mi pare di ravvisare elementi che confermino che l'autore possa appartenere ad un ambito genovese, nè mi pare vi siano tangenze con lo stile di Domenico Piola. Una traccia di indagine potrebbe venire da certi elementi, peculiari del disegno, come l'uso del tratteggio parallelo e incrociato della matita rossa, che ricorda quello delle incisioni. Questo uso della matita e l'analisi stilistica del foglio, mi portano a proporre, come traccia di indagine, il nome di Domenico Maria Fratta (Bologna 1696-1763). Allievo di Donato Creti, assieme a quest'ultimo fu tra gli artisti che dal 1670 in avanti, furono accolti a Palazzo Fava dal conte Alessandro e dal figlio Pietro Ercole. Artista definito dalle fonti 'irrequieto' e non portato per la carriera pittorica, si dedicò all'attività incisoria, ben presto pregiudicata da una grave malattia agli occhi (Giampietro Zanotti (Storia dell'Accademia Clementina di Bologna, 1739, p. 311). Si dedicò allora esclusivamente all'attività disegnativa, acquisendo ben presto una notevole abilità che gli procurò diverse commissioni sia dagli intagliatori che dai collezionisti di disegni. Le sue opere più note sono legate a due pubblicazioni: 'Le pitture di Pellegrino Tibaldi e Niccolò Abbati esistenti nell'Istito di Bologna descritte e illustrate da Giampietro Zanotti Segretario dell'Accademia Clementina' (Venezia, 1756), e il 'Claustro di S. Michele in Bosco', pubblicato nel 1776 (N. Gasponi, Giuseppe Campori collezionista: 100 disegni dalla raccolta della Biblioteca Poletti, Modena 2001, p. 168)
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800437263
- NUMERO D'INVENTARIO 1336
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul recto in alto a sinistra - '118'; si riferisce al numero dell' Inventario dei disegni dell'Accademia di Belle Arti (1811) - numeri arabi - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0