San Martino dona parte del mantello al povero

dipinto,

Su di un destriero bianco un giovane avvolto in abiti color rosso arancione, si volge per tagliare con la spada il proprio mantello, sotto al quale un mendicante coperto solo da un perizoma che gli cinge i fianchi, si sta riparando. I due protagonisti volgono il capo l'uno in direzione dell'altro, mentre un giovane paggio (?) sembra condurre il cavallo all'interno di una porta illuminata di una città di cui si nota il muro turrito sullo sfondo. La buia scena è illuminata nella zona superiore da una luce che rischiara il cielo, conferendo tinte rosate e azzurre, in netto contrasto con la nera massa degli alberi che si osservano sulla destra in alto al dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Carracci Lodovico (1555/ 1619)
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, ricordato nelle guide locali otto-novecentesche e citato dal Carasi nel 1780 (p. 26) che lo notò malauguratamente messo in ombra dall'ingombro delle casse dell'organo, si trovava sino ai restauri di fine Ottocento nella cappella di S. Martino, posta a sinistra del presbiterio come pala d'altare. Durante i restauri l'altare venne distrutto e il dipinto trasportato in episcopio (Cerri 1908, p. 38) dove rimase sino a quando fu posto sulla controfacciata nella ubicazione attuale in tempi non precisabili ma sicuramente dopo il 1926 e prima del 1964. Nel '26 infatti il Paratici non lo nomina nella sua guida del duomo, redatta in quell'anno, mentre il Tagliaferri nella sua guida del duomo del '64 lo notava sulla controfacciata. Fu presentato alla seconda Esposizione d'Arte Sacra a Piacenza nel 1926 e notato un po' sciupato (p. 33). Il dipinto può essere datato tra il 1606 ed il 1609, momento in cui Lodovico Carracci fu in Piacenza per eseguire gli affreschi e le tele del coro e del presbiterio (cfr. schede relative). P. Ceschi Lavagetto (1985, p. 20) a seguito del restauro del 1983 promosso dalla Soprintendenza, che ne ha restituito la cromia originaria, nota il gioco di ombre e di luci dalla introduzione potentemente scenografica che esalta il gesto del Santo e la testa del cavallo e il volto del mendicante. Secondo la sintassi chiara di Lodovico e dell'Accademia bolognese trovano così immediata identificazione i perni del discorso narrativo che si fa coinvolgente in virtù della calda intonazione della luce, di sapore veneto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800267523
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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