stazioni della via crucis
Tele della Via Crucis con cornici non pertinenti, recanti il cartiglio con iscrizione relativa alla stazione rappresentata nella parte bassa e una cimasa a trafori con croce apicale nella parte alta.Le tele raffigurano rispettivamente: "Cristo davanti a Pilato" (stazione I), l'"Imposizione della croce a Cristo" (stazione II), "Cristo che cade sotto la croce per la prima volta" (stazione III), l'"Incontro di Cristo con la Madonna sulla strada del Calvario" (stazione IV), "Cristo aiutato dal Cireneo" (stazione V), "Cristo asciugato dalla Veronica" (stazione VI), "Cristo che cade per la seconda volta sotto la croce" (stazione VII), l'"Incontro di Cristo con le pie donne" (stazione VIII), "Cristo che cade la terza volta" (stazione IX), "Cristo spogliato delle vesti" (stazione X), "Cristo inchiodato alla croce" (stazione XI), "Crocifissione" (stazione XII), "Deposizione di Cristo dalla croce" (stazione XIII), "Deposizione di Cristo nel sepolcro" (stazione XIV)
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
legno/ intaglio/ pittura
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 40
Larghezza: 30
- AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese
- LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Incollata dietro la tela che raffigura "Cristo davanti a Pilato" si trova una carta dove si dice che la Via Crucis "creduta dei Gandolfi fu sostituita dopo la soppressione di Napoleone alla grande di forma ovale che al presente si trova in San Petronio, dalla navata grande fu traslocata alla piccola nel 1857 circa e ci rimase fino al 15 gennaio 1895 in cui M. R. P. G. B. regalò la nuova in cromografia di Bertarelli di Milano. Le sole immagini e cornici costarono £. 300 trasportate a carico della sacrestia. L'erezione di quest'ultima fu fatta dal R. P. Sanuto guardiano dell'Incoronata alle ore 5 e mezza del giorno e dell'anno suddetto P. B.". Sono quindi indicati come autori i Gandolfi, famiglia di pittori, incisori e stuccatori operanti tra Sette e Ottocento in Emilia, un'attribuzione che credo accettabile se riferita ad un ambito vicino alla personalità di Ubaldo (1728 - 1781), per via del brillante cromatismo tiepolesco che contraddistingue la sua produzione presente anche nei dipinti piacentini in esame, insieme a un tocco rapido e nervoso. La cornice invece appare il prodotto del secondo Ottocento grazie all'assemblarsi di motivi barocchetti (riccioli architettonici), ma appiattiti ad altri neoclassici (la cornicetta a fogliette d'acqua). Per Ubaldo Gandolfi cfr. Roli, "Pittura Bolognese 1650-1800: dai Cignani ai Gandolfi", Bologna 1977, p. 127)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800259380
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI prima cornice, in basso - STAZ. I - lettere capitali - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0