Cristo crocifisso tra Sant'Antonio Abate e San Rocco

dipinto,

Personaggi: Cristo; Sant'Antonio Abate; San Rocco; San Michele Arcangelo. Attributi: (San Antonio) saio; campanello; bastone a stampella; fuoco. Attributi: (San Rocco) abito da pellegrino; bisaccia; bordone; libro; cane. Attributi: (San Michele) spada; diavolo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
    LEGNO
  • LOCALIZZAZIONE Borgo Val Di Taro (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela in passato è stata adattata alla cornice settecentesca tramite l'aggiunta di pannelli lignei al lati e alla sommità, dipinti ad imitazione di drappi rosso-azzurri. Già nell'inventario del 1782 compilato dal canonico Varsi il dipinto era indicato sull'altare di sinistra e descritto come opera "vecchia assai, ma di buon pennello". E' probabile che l'inserimento nella cornice, identica al dipinto posto sull'altare maggiore e le aggiunte dei pannelli, fossero state eseguite dallo stesso canonico - che si dilettava in restauri - in occasione dei lavori, iniziati nel 1781 e terminati nel 1816, della nuova chiesa. In quegli anni il canonico si attivò per commissionare nuovi arredi e raccolse probabilmente anche beni da conventi e chiese soppresse della zona. Indubbiamente la tela ha i caratteri di un dipinto più antico, databile tra la fine del XVI secolo e gli inizi di quello successivo, forse proveniente dalla precedente chiesa di Pontolo a valle, ma la scelta iconografica suggerisce anche una particolare venerazione per S. Rocco, risultando anche la figura più caratterizzata e nulla esclude che possa avere attinenze con il convento borgotarese degli agostiniani, dedicato al santo, soppresso nel 1761. Nell'insieme la tela è un assemblaggio di forme e stilemi disomogenei, di un artista che si serve di prototipi desunti per lo più da repertori a stampa, come appunto è riscontrabile per il S. Rocco. Il personaggio è tratto, con la sola variante dei calzari, da una incisione di Agostino Carracci del 1580, che a sua volta ripropone in controparte un'idea di Cornelis Cort del 1577 (De Grazia, "Le stampe dei Carracci", Bologna 1984, p. 81, f. 44-44a). Anche il Sant'Antonio Abate del resto sembra derivare da un'idea altrui e la stessa figura, anch'essa in controparte la ritroviamo in un dipinto a Viazzano di Varano Melegari, stilisticamente vicino ai caratteri del cremonese Malosso (Zanzucchi Castelli, "I Pallavicino di Varano Melegari", Parma 1997), riproposti anche in una tela conservata nella parrocchiale di Sorbolo (Cirillo Godi, "Guida...", vol. II, 1986, p. 76; vol. I, 1984, p. 255). Il movimento dei panneggi e il disegno delle mani dei due santi contrastano comunque con il Cristo alla sommità, fuori scala per le dimensioni e di gusto quattrocentesco, quasi meditato su prototipi donatelliani, di cui tuttavia non è stato possibile ritrovare l'esatto modello
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800202995
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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