San Teonisto

dipinto,

La composizione piuttosto costretta e' come divisa in due parti quasi estranee l'una dall'altra: quella superiore si incentra nella Vergine (che guarda San Francesco), l'altra ha il suo centro di interesse in San Teonisto titolate attuale della chiesa. Il disegno e' a base bipiramidale con asse spostato verso sinistra sulla perpendicolare Vergine San Teonisto. A parte il gruppo della Vergine e del e forse piu' quello marginale e di secondo piano dei Santi Sebastiano (ostentante la freccia tenuta a modo di penna), e Girolamo dalle spalle seminude e dalla setosa capigliatura, vivo nel gesto di mostrare la Volgata al Bambino (che a sua volta gli fornisce un codice), le figure sono poco dinamiche e poco espressive. L'equilibrio della composizione che per gli scarsi effetti di luce e ombra per il troppo generico sfondo cupo e piatto, per l'affastellamento delle figure, non convince del tutto, e' dato dal richiamo delle tinte chiare della figura piuttosto tozza e sgraziata della santa in primissimo piano

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ATTRIBUZIONI Varotari Alessandro Detto Padovanino (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Trevignano (TV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il progetto di questa pala d'altare originariamente affidato al Beccaruzzi venne ripreso esattamente dopo un secolo dal Varotari. Che tale dipinto appartenga al Padovanino e' infatti confermato dalla notevole vicinanza per soggetto e per stile con un quadro (la cui paternita' del Varotari e' accertata) presente nella Pinacoteca di Pordenone e raffigurante: la Madonna fra la Giustizia e San Marco col leone ai piedi. In entrambi ci si trova davanti ad una Vergine col Bambino nel medesimo atteggiamento e con la medesima espressivita': la testa piegata alquanto sulla spalla sinistra, lo sguardo rivolto al Santo mentre il Bambino panciuto si sporge in atto di dare qualcosa (i gigli alla Giustizia il rotolo del codice a San Girolmoni). In entrambi, sullo sfondo, le due tozze colonne vedute solo nel colmo della rastrematura il seggio piu' supposto che visibile. E poi la voluminosita' la pieghettatura dei manti dai riflessi serici e le pettinature alla paolesca (in Santa Caterina nella Giustizia). Il Varotari della nostra pala arieggia alquanto il Veronese e il prevalere dei valori bassi ricorda troppo poco la tavolozza canora del Tiziano. Tenuto conto di tutto l'insieme di cose tal dipinto con buone probabilita' puo' assegnarsi non tanto al primo periodo del Varotari (quello neotizianista) ma "al periodo della crisi artistica dell'autore: la data del 1629, suggerita dalle coincidenze storiche, le sta molto bene" (Liberali, 1945)
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500232992
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Varotari Alessandro Detto Padovanino (attribuito)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE