Sant'Anna e Santa Elisabetta

dipinto, ca 1690 - ca 1720

dipinto privo di cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Nord-orientale
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Torri Flaminio
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto si può inequivocabilmente identificare nell'inventario del 1803 delle opere raccolte, a seguito delle soppressioni napoleoniche, in palazzo Ducale: "Un quadro in piedi di braccia 6 alto, e 4 in larghezza rappresentante Sant'Anna, Santa Lisabetta con gloria d'Angeli" e proveniente da una chiesa dei "Francescani" (S. L'Occaso, in Dipinti 2002, p. 102): con buone probabilità si tratta del tempio di San Francesco, dove una cappella dedicata alla Concezione - ornata da una pala d'altare - è già attestata in un documento del 1534 (ASMn, AN, not. P. Fortunati, b. 1060, 14 aprile 1534). Il nostro dipinto è successivamente citato negli inventari del palazzo Ducale e fino a quello del 1842: quattro anni più tardi viene difatti concesso al Regio Ginnasio, dove Carlo Bustaffa lo usa, assieme ad altre tre pale raccolte in palazzo Ducale e a ulteriori dipinti, per ornare la grande cappella interna, ora adibita a palestra (L'OCCASO 2008, pp. 21-22). Nel 1882 il dipinto è trasportato nel palazzo Accademico, dove Intra ne registra la presenza nel 1895 (L'OCCASO 2008d, p. 25); la pala viene quindi depositata in palazzo Ducale ed è qui inventariata nel 1937 come opera di scuola mantovana del XVII secolo. Ciò nonostante la pala è ignorata da Ozzola e solo nel 2002 è menzionata, "forse da accostare al reggiano Paolo Emilio Besenzi" (L'OCCASO 2002, p. 57), una proposta che in seguito ho preferito abbandonare (L'OCCASO 2008d, p. 25). Il dipinto illustra certamente la celebrazioni di due maternità concesse da Dio a donne di età avanzata. L'angelo annunzia al sacerdote Zaccaria che sua moglie, Elisabetta, partorirà Giovanni, il futuro Battista (Lc 1,5-25). La miracolosa fertilità di Anna, anch'essa dono divino, è invece raccontata da un testo apocrifo: il Protovangelo di Giacomo (4,1), diffuso a partire dal 1552, oppure il più noto Vangelo dello pseudo-Matteo (2,3). Un putto sorregge il filatterio con la scritta "FILIUS DATUM EST VOBIS" che annunzia il miracolo. La buona qualità del dipinto, depressa da una vasta lacuna rettangolare che insiste su santa Elisabetta, denuncia una mano abile, capace di adoperare diversi registri - in maniera quasi eclettica - nelle diverse parti del quadro. Gli angeli nella gloria hanno un incarnato trasparente e leggero, di ascendenza reniana, mentre le due donne sono dipinte con un tocco molto più materico; un estremo naturalismo caratterizza i volti e gli incarnati e il volto di sant'Anna (?) è probabilmente un ritratto. Il paesaggio sullo sfondo è dominato da una componente cromatica fredda e plumbea che crea un forte contrasto con la luce dorata della gloria. Questa giustapposizione di elementi e tecniche così diverse fanno pensare a un artista della fine del Seicento o dei primi anni del Settecento. I giudizi verbali espressi sull'opera da vari studiosi consultati sono disorientanti: per Daniele Benati il dipinto è di fine Seicento e risente di Luca Giordano; per Sergio Marinelli potrebbe essere già dei primi del Settecento; per Jacopo Stoppa si potrebbe tentare un confronto col ferrarese Parolini; per Filippo Trevisani è forse di Aureliano Milani; per Cristina Terzaghi vi sono affinità con Antonio Carneo; per Fiorella Frisoni col clarense Giuseppe Tortelli. La mia opinione, sulla quale trovo sostanzialmente concorde Renato Berzaghi (com. or.), è che in questa pala si possa scorgere l'ascendente di Pietro Bellotti - in particolare nei due volti muliebri - assieme ad altre componenti stilistiche, come i panneggi angolosi, che possono rimandare alla pittura dell'entroterra veneto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152040
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 770
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • ISCRIZIONI sul nastro - FILIUS DATUS EST VOBIS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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