motivi decorativi vegetali, nodi sabaudi, gigli e rose

soffitto, 1610 - 1630

Soffitto in legno dipinto composto da due travi portanti che corrono fra le pareti nord e sud, di cui quella più a ridosso della parete est più grande e composta fin dall'origine da tre elementi (una trave centrale e due aggiunte a rinforzo). A Ulteriore sostegno due travi più sottili sono addossate alle pareti est e ovest. L'andamento delle travi divide la superficie in tre campiture: la seconda e la terza partendo dalla parete est hanno dimensioni analoghe, la prima è più ampia. Su ciascuno dei tre compartimenti corrono travetti disposti perpendicolarmente alle travi e fra loro paralleli, mentre negli spazi liberi sono inserite sottili assi piane. Ciascun elemento della struttura è dipinto con motivi vegetali alternati nei toni dell'azzurro, del bianco e dell'oro. I travetti recano sul lato inferiore nodi sabaudi e rose dorate, mentre i laterali sono dipinti di colore grigio; le assi motivi di foglie dorate; le travi più sottili rose alternate a racemi con gigli (in basso) e ovuli azzurri alternati a racemi bianchi e campanule dorate (sui laterali). La trave più grande è dipinta sul lato visibile dal basso con cinque ovali al cui interno si trovano fiori bianchi e dorati che spiccano su fondi di diversi colori; gli ovali sono intervallati da racemi bianchi su fondo grigio

  • OGGETTO soffitto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello di Bruzolo
  • INDIRIZZO via Carlo Emanuele I, 47, Bruzolo (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soffitto della sala è realizzato secondo una prassi costruttiva molto diffusa in Francia all'inizio del XVII secolo e nota con la definizione di "poutres et solives" (travi e assi). Non si tratta di un vero e proprio cassettonato, poichè i travetti non individuano dei riquadri, bensì corrono in un assemblamento fitto e parallelo: questa struttura, che si presta a ricoprire grandi spazi, trova un discreto successo nel ducato sabaudo lungo tutto il secolo, anche se è nettamente meno diffusa della soluzione con cassettoni. Prossimo al soffitto di Bruzolo è quello di un ambiente di Palazzo Tana a Chieri databile stilisticamente all'inizio del Seicento (per la riproduzione cfr. Itinerari chieresi guida turistico-culturale di Chieri, a cura di G. Camporese, Torino 1987, p. 82). Trattandosi di una tipologia volutamente tradizionale, il metodo di assemblaggio e le decorazioni restano omogenei anche a distanza di decenni: è perciò arduo, in assenza di dati documentari precisi, stabilire una cronologia attendibile. Appare comunque condivisibile il parere espresso da Claudio Bertolotto, che durante un sopralluogo ha sottolineato come le decorazioni "corrispondono a un gusto manierista che si può accordare con l'epoca di Carlo Emanuele I, verso la fine del suo regno, tra il secondo e il terzo decennio del Seicento" (opinione riferita da A. Bonelli, Le celebrazioni dei 400 anni dei Trattati di Bruzolo, in "Segusium", anno XLVII, vol. 49, 2010, p. 286). Le tipologie floreali scelte, con il ricorrere del giglio e della rosa (evidente allusione al giglio di Francia e alla rosa di Cipro), così come la presenza del nodo sabaudo possono - come ipotizza ancora Bertolotto - far pensare "a una decorazione commissionata dai signori del castello forse insigniti di tale onorificenza [il collare dell'Annunziata]" (Bonelli 2010, p. 285). In modo ancor più convincente, tuttavia, la decorazione può alludere all'unione tra Francia e Savoia, suggellata dal trattato di Bruzolo (che in questa sala fu sottoscritto nel 1610) e dal successivo matrimonio tra Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia (1619). Il soffitto può essere stato realizzato a ridosso dell'evento o negli anni immediatamente a seguire, per iniziativa dei conti Grosso di Riva presso Chieri, feudatari del luogo. La qualità esecutiva e la varietà della decorazione dipinta rendono il soffitto di Bruzolo un tassello raro e importante per comprendere il successo di questa formula decorativa, dichiarato rimando agli interni francesi di gusto aulico: nel castello, fra l'altro, anche i soffitti di due sale più piccole al primo piano sono realizzati con la stessa tipologia. L'importanza della decorazione nel caratterizzare l'ambiente in relazione al trattato sembra influenzare, nell'Ottocento, la realizzazione di arredi in stile, la cui decorazione riprende proprio i motivi della rosa e del giglio. Lo scultore Silvio Argenti all'inizio del Novecento esegue un disegno di rilievo di alcuni travetti per trarne ispirazione per la lapide commemorativa del terzo centenario dalla firma del trattato (riproduzione del disegno in E. Barraja, Bruzolo in Val di Susa e il trattato del 1610, Torino 1911, p. 36)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401627
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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