centro storico, di crinale, collinare, agricolo, Petilia Policastro, Policastro (denominazione originaria) (VII)

Petilia Policastro, VII

Originariamente circondato da mura difensive, oggi poco rimane delle tracce medievali a causa di eventi tellurici che ne hanno riscritto il volto. Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: il santuario della Santa Spina, del XVI secolo, in cui si conserva, in un reliquario, una spina della corona di Cristo; la chiesa matrice di San Sebastiano, con un arco medievale, posto alla base del campanile; le chiese di San Francesco, Santa Caterina, del Santissimo Rosario e dell’Annunziata; i resti dell’antico castello e i palazzi baronali Portiglia, Dell’Aquila, Madia, Ferrari e Filomarino

  • OGGETTO centro storico di crinale, collinare, agricolo
  • CARATTERI AMBIENTALI Attraversata dal torrente Cropa e dal fiume Soleo, si estende nella parte centro-meridionale della provincia, a confine con quella di Catanzaro, sulle pendici sud-orientali dell’altopiano della Sila piccola, nella cornice del Parco Nazionale della Sila
  • LOCALIZZAZIONE Petilia Policastro (KR) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Risorgimento, Petilia Policastro (KR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia di Petilia Policastro inizia con l’età medievale quando, intorno al VII sec. d.C., i Bizantini occuparono la città con una forte presenza anche di monaci basiliani (questi lasciarono i segni più tangibili nelle cavità rupestri di Petilia, in località San Demetrio). È in questo periodo che viene a definirsi la rocca, il castrum posto a controllo di uno dei principali itinerari interni del territorio crotonese che doveva occupare la parte più alta della rupe, della quale rimane poco o nulla. Le evidenze più visibili rimandano, però, al periodo basso medievale, quando la città venne nuovamente cinta da mura, bastionate e a scarpa, tipiche del periodo. Questo sistema difensivo caratterizza la città storica anche in seguito senza registrare altri ampliamenti dell’area esterna alle mura, anche quando, durante il cinquecento si registra un incremento demografico. Il terribile terremoto del 1638 distrusse parte del tessuto medievale, a cui seguì un'intensa attività edificatoria sia urbanistica che architettonica. Vennero realizzati infatti, nuovi assi viari su cui si impiantarono diversi luoghi di culto e sorsero i primi palazzi nobiliari. In questo periodo Petilia venne venduta e visse un cinquantennio di asservimento al Granducato di Toscana che la governò attraverso Filippo de Vigliegas, al quale seguì una serie di altri domini fra cui spiccano quelli di casa Campitelli e quello del principe Giovanbattista Filomarino, l’ultimo feudatario di Petilia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174386
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro e Crotone
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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