centro storico, collinare, agricolo, Castelluccio dei Sauri (XII)

Castelluccio Dei Sauri, 1118 - 1118

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, situata a sud-ovest rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili. Il borgo è situato su una delle fertili balze del Subappennino Dauno, alla destra del torrente Cervaro, a 284 metri sopra il livello del mare. È un piccolo casale, di fondazione medievale, ripopolato nel XV secolo con una colonia di schiavoni, con qualche scorcio che ricorda il passato (ad esempio, il Vico degli archi). Centro agricolo, ospita da alcuni decenni un ippodromo di importanza nazionale. Dall'alto il paese domina la valle del Cervaro, inserita in un sito di importanza comunitaria per la rilevanza degli aspetti naturalistici. Qui, infatti, si conservano alcuni pregevoli lembi di bosco planiziale come il boschetto di Trisci-Trascia. Dalla località “Sterparo Nuovo” provengono alcune stele antropomorfe risalenti al III millennio a.C., conservate presso il Museo Civico di Foggia e quello di Bovino

  • OGGETTO centro storico collinare, agricolo
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro dell’Appennino Dauno sito a 248 metri di altitudine
  • LOCALIZZAZIONE Castelluccio Dei Sauri (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, Castelluccio Dei Sauri (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli scritti storici esistenti parlano esplicitamente di Castelluccio dei Sauri a partire dal 1118, anno in cui Roberto II, conte feudatario di Loretello, ne fece dono al vescovo di Bovino. In epoca sveva la Curia Imperiale possedeva una “masseria regia” a Castelluccio dei Sauri, ovvero un'azienda di valorizzazione produttiva delle terre del demanio regio, che gestiva anche alcune case di privati. Grazie al “Quaternus de excadenciis” è possibile ricostruire l'assetto urbano del piccolo centro daunio, che contava almeno due porte: la “Porta di Castelluccio”, probabilmente il principale accesso all'abitato, e la “Porta di San Nicola”, la presenza delle quali farebbe pensare ad un villaggio fortificato, cinto da mura. La questione sembrerebbe confermata da una carta angioina del 1268, nella quale Carlo I ordina di fortificare il “Castrum Castellucii”, dove invierà 40 cavalieri con le rispettive cavalcature, valletti e scudieri. Dopo la morte di Federico II e la fine della sua dinastia, nel 1273 il feudo di Castelluccio dei Sauri venne assegnato ad Ugo di Brienne, conte di Lecce e duca di Atene. Nel 1324 il re Roberto d'Angiò riconferma al Capitolo Bovinese la donazione del Casale di Castelluccio degli Schiavi. A partire dal 1390 il paese entra in una fase di declino, che lo porterà al completo spopolamento nel periodo che va dal 1415 al 1446. In seguito, fu ripopolato da 60 famiglie di Albanesi e ritornò così a vivere. Una serie di turbolenze aveva portato il viceré Pietro Toledo nel 1549 a bruciare la città. In un documento della curia vescovile di Bovino si rileva il completo spopolamento di Castelluccio ed il ripopolamento ad opera dell’antica colonia di albanesi. Gli albanesi, che avevano portato con sé il rito greco-ortodosso, avevano come riferimento la chiesa di San Giorgio, mentre gli autoctoni si recavano nella chiesa di Santa Maria (probabilmente una cappella preesistente all’attuale chiesa della Madonna delle Grazie). Nel 1564 Giovanni Guevara, signore di Bovino, acquista il feudo di Castelluccio dei Sauri dalle mani di Fabrizio Mormile, che così fa parte dello Stato feudale dei Guevara fino al 1860 . Una mappa cartografica risalente al 1649 rappresenta il “Casale di Castelluccio delli Sauri” come un agglomerato di case arroccate sull’altura priva di cinta muraria. Una cartografia del 1821 raffigura l’agglomerato principale in cui risulta evidente una torre merlata, ripresa anche nello stemma del Comune, della quale non vi è attualmente alcuna traccia, (forse poteva collocarsi all’interno dell’odierno municipio, che una volta doveva corrispondere ad un castello fortificato e ancor oggi mostra un antico vano scala a torre, inglobato nell’edificio e che non conduce da nessuna parte). I diversi terremoti hanno contribuito a cancellare le testimonianze più antiche della cittadina. La stessa parrocchiale del S. Salvatore è stata a lungo chiusa dopo il sisma del 1980. Al suo interno è visibile la struttura più antica coincidente con la cappella dedicata a San Gerardo. Interessante è anche la chiesa della Madonna delle Grazie, che conserva una tela del XVII secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365351
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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