Emissario di Capistrello (canale, infrastruttura idrica)

Capistrello, post 41 - ante 52

Sbocco del canale sotterraneo detto Emissario di Claudio, costituito da un’arcata a tutto sesto realizzata con conci radiali su muratura in opus reticulatum in calcare locale sovrastata da un parete rocciosa sagomata artificialmente. La muratura appare profondamente rimaneggiata da interventi di restauro successivi

  • OGGETTO canale
  • CLASSIFICAZIONE infrastruttura idrica
  • LOCALIZZAZIONE Capistrello (AQ) - Abruzzo , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Stando al racconto di Svetonio, il primo che si propose di risolvere il problema delle esondazioni lago del Fucino realizzando un emissario artificiale fu Giulio Cesare. Augusto, diversamente, decise di non seguire la politica di Cesare per quello che riguardava la realizzazione di grandi imprese che avrebbero impegnato a fondo le casse dello Stato. Nonostante il progressivo deterioramento della produzione agricola, ormai insufficiente a sfamare Roma e l'Italia, senza il ricorso alle massicce importazioni di derrate alimentari dalle più lontane provincie dell'Impero, dagli storici antichi non abbiamo alcuna notizia diretta sul Fucino né per Tiberio né per il breve regno di Caligola. Claudio fu elevato al trono imperiale nel gennaio del 41 d.C. e Tacito pone la cerimonia di inaugurazione dell’emissario nell’anno 52, mentre Svetonio precisa che i lavori durarono 11 anni, per cui la costruzione dell'opera dovettero iniziare già nel 41. Sicuramente l’interessamento personale dell’imperatore dovette accelerare i tempi, ma è ragionevole pensare che il progetto fosse già stato realizzato da tempo, forse già dall'epoca di Cesare. I 32 pozzi e i cunicoli inclinati furono necessari, in prima istanza, per le attività di scavo ed estrazione, che impiegarono 25.000 schiavi svolgendosi molto lentamente tramite l'impiego di carriole ed argani. Il ritrovamento, nell'Ottocento, in uno dei cunicoli, di un grande contenitore in ferro capace di contenere circa 75 kg di materiale dà l'idea di come avvenisse lo scavo della galleria. I materiali di risulta, tramite chiatte e barconi venivano, una volta estratti, depositati sul fondo del lago stesso. In occasione dell'inaugurazione avvenuta nell'estate del 52, si tenne nelle acque del lago una spettacolare naumachia a cui parteciparono oltre cinquanta imbarcazioni divise in due flotte. Inizialmente le acque scesero soltanto di 4.50 metri, per cui venne ordinato un ulteriore approfondimento dell'emissario. In questo modo la struttura arrivò ad una capacità di quasi 600.000 metri cubici d’acqua al giorno. La superficie lacustre si restrinse di circa 6000 ettari allontanando il pericolo di inondazioni, così le colture aumentarono e la Marsica divenne floridissima, tanto che i colli intorno al lago si trasformarono in luoghi di villeggiatura. Sia Traiano che Adriano intervennero con lavori di spurgo e miglioramento, e l'emissario restò in funzione fino al VI secolo. Durante le invasioni barbariche infatti, l'opera venne trascurata e il Fucino tornò a condizione di lago. Nel corso dei secoli sia Federico II di Svevia che Alfonso I d'Aragona tentarono, senza riuscirci, di ripristinare il canale. Nel 1816, a seguito di una disastrosa inondazione che aveva elevato il livello del lago di oltre 6 m, furono ripresi gli studi per il suo prosciugamento. L'ultimo progetto si deve a Carlo Afan de Rivera, direttore dell'ufficio topografico del regno di Napoli, il quale ottenne l'incarico direttamente dal re di Napoli Francesco I. Si deve al duca Alessandro di Torlonia la prosecuzione dei lavori. Il progetto venne ampliato e si scavò un'ulteriore galleria più bassa e con una sezione maggiore, seguendo l'andamento claudiano. I lavori si conclusero nel 1870 a opera di due ingegneri: lo svizzero E. S. Bermont e il francese Alessandro Brisse che crearono un baciletto, raccoglitore delle acque meteoriche nel caso di piogge eccezionali o di sospensione all'emissario. Le attività condotte nell'Ottocento ad opera del duca Alessandro Torlonia comportarono la totale distruzione del condotto a cielo aperto e del complesso sistema di chiuse realizzato in epoca romana. Relativamente all’emissario di Capistrello va detto che l’intervento del duca portò ad un ampliamento della galleria, mentre l’arco sostanzialmente non ha subito modifiche
  • TIPOLOGIA SCHEDA Monumenti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300300983
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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