LUCUS BORMANI - Chiesa dei SS. Nazario e Celso (sito pluristratificato)

Diano Marina, età romana

Nell'area della Chiesetta dei SS. Nazario e Celso sono state portate avanti diverse Campagne archeologiche: 1) Il primo rinvenimento, seguito da Lamboglia negli anni 1947-48, a nord della Chiesa, è avvenuto a seguito di lavori di costruzione di una vasca di decantazione per l'acqua potabile, la cui centrale di sollevamento era installata nell'ex Chiesa. Si sono così messe in evidenza le strutture romaniche della Chiesa e le fasi precedenti ad essa, in particolare i resti di una precedente Chiesa che insistono su una struttura articolata in più vani, costituita da muri di grandi dimensioni ma di incerta interpretazione (vasche di decantazione, sistema di cisterne o più probabilmente sostruzioni pavimentali), databili alla seconda metà del III sec. d.c.. Purtroppo in questa fase i lavori di sistemazione hanno distrutto parte dei resti e diverse sepolture medievali. 2) Le Campagne successive del 1959 e 1963 condotte sempre da Lamboglia a sud della Chiesa, rivelano l'esistenza di livelli con tombe paleocristiane e medievali e di due fasi dell'edificio. 3) Nel 1980 il Comune di Diano promuove un'altra campagna di scavi, diretta da Surace A.; l'area indagata si trova tra l'ingresso e gli spogliatoi del complesso sportivo e nell'area contigua alla fiancata orientale della Chiesa. Qui sono affiorati i resti di un ambiente di età imperiale romana, lungo 6.30 m e largo 2.10 m. Parte delle strutture e delle stratigrafie conservate risultano però intaccato da posa di condutture posteriori. Sono comunque emersi diversi livelli di pavimentazione. Numerosi sono anche i ritrovamenti di materiale ceramico e fittile che hanno permesso di datare l'ambiente alla tarda età flavia. 4)Nel 2005 si riprende lo scavo sotto la direzione di Gandolfi D. e Ansaldo L.. Vengono portati in luce nuovamente i resti del grande edificio scoperto nel 1947 da Lamboglia e, nei livelli sottostanti viene scavata una grande struttura realizzata in ciottoli informi e tegoloni romani reimpiegati, quasi completamente obliterata dalle successive fasi della Chiesa. 5) A partire dal 2009 si sono svolte ulteriori campagne archeologiche, nelle quali si è accertata la tipologia e la cronologia del primitivo impianto di culto e si è verificata la presenza, nei livelli più antichi, di materiali e strutture riferibili all'antica Mansio del Lucus Bormani

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