Colla di Bevera (insediamento tracce di insediamento)

Ventimiglia, età romana

Il sito di Colla di Bevera, segnalato nel 2002 da Goffredo Palermo, si trova sul crinale che divide la val Roja da quella del Nervia; costituisce il punto dominante, retrostante la costa, della dorsale valliva che si addentra nella valle Roja, culminante in Monte Pozzo. Ad esso si accede mediante una strada militare, sterrata e stretta, che si inerpica fino a raggiungere delle casematte della Seconda Guerra Mondiale, poco prima della vetta di monte Pozzo: si tratta di una strada che potrebbe avere origini più antiche, fosrse medieveli per il controllo dell'hinterland di Ventimiglia, come sembra trapelare dalla stessa denominazione ("Strada di Strafolco"). Il primo diverticolo che tale strada incontra è quello che conduce al pianoro di Colla di Bevera: si accede, da sud, alla sommità del rilievo, che offre uno spazio abbastanza vasto e con ampi spazi relativamente pianeggianti, coperti di un basso manto erboso –con concentrazioni arbustive in alcuni punti, specie in corrispondenza dei muri, con affioramenti rocciosi a tratti regolarizzati o definiti con mura a secco realizzate nello stesso materiale, conservate per una ridotta altezza. La sommità offre un panorama di svariati resti di strutture in pietra, sulle quali insistono alcune installazioni semipermanenti (campi di tiro al piattello, deposito –talora discarica- di materiali, spazio bar). La struttura principale ospitata sulla sommità è una possente struttura approssimativamente quadrangolare, leggibile grazie ad una sola fila di pietre, definita dall’andamento di grossi blocchi di pietra posati a secco,con pietrame di pezzatura minore; i lati di essa misurano circa 6 metri. L’informe ammasso di pietre di piccola pezzatura presenti attorno alla struttura sembrano indiziare l’avvenuto collasso di una struttura che la bordava, sul lato ovest e settentrionale. All’interno e sul lato orientale, la struttura appare invasa dalla piattaforma in cemento approntata per ospitare il deposito di materiale moderno. A nord di tale struttura, su una balza a livello inferiore, tra allineamenti di pietre, si trova un’area pianeggiante regolarizzata mediante l’impiego di pietre di piccola pezzatura (in corrispondenza di essa è stato raccolto un frammento anforico di impasto tirrenico vulcanico), per la quale si può pensare a un livellamento di uno spazio aperto. Le pendici settentrionali della Colla ospitano almeno due strutture, riferibili a ruderi di probabili caselle o di costruzioni rurali.Le murature si conservano, incassate e addossate in parte al pendio digradante, per oltre un metro e mezzo, mentre non rimangono accenni di copertura; all’interno di una di queste strutture, quella più orientale, è presente una pavimentazione a lastre litiche poste di piatto. Il versante occidentale della Colla, che digrada abbastanza ripidamente, è caratterizzato da una serie di terrazzamenti, con opere di murature a secco in ciottoli di medie e piccole dimensioni, che si prolungano in allineamenti. Queste fasce proseguono lungo questo versante fino al livello di un grosso masso o sperone roccioso, che reca ancora le tracce dell’apprestamento di un punto di arrivo di una struttura di teleferica dal sottostante fondovalle. La struttura e l’organizzazione di tali terrazzamenti non è dissimile da quelli riscontrati in molti punti, anche d’altura, in questi territori, e fa propendere per un’utilizzazione agricola, verosimilmente protrattasi fino a tempi recenti. Sul margine sud-occidentale della prima balza al di sotto del pianoro sommitaleè presente una struttura, verosimilmente una cisterna, realizzata per riserva idrica dell’acqua piovana. La raccolta di frammenti ceramici, prevalentemente di epoca antica romana, e in misura più limitata di epoche seriori, è avvenuta in maniera abbastanza omogenea su tutta la superficie sommitale (pianoro e prime balze); la dispersione dei frammenti va poi diradandosi progressivamente nelle più basse balze delle pendici occidentali. Pochi frammenti ceramici sono stati raccolti nella parte settentrionale della Colla. Si tratta di un sito per il quale gli stessi reperti ceramici di raccolta segnalano una certa complessità: alla predominanza quantitativa di reperti collegabili ad età romana, anche avanzata (ceramica sigillata) non corrisponde, purtroppo, allo stato attuale delle conoscenze, la possibilità oggettiva di individuare con sicurezza eventuali strutture antiche tra i resti superstiti.IOl sito sembra attivo anche in età post-classica,come denunciano pochi ma significativi frammenti ceramici

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